“L’industria assicurativa italiana è solida. Il suo patrimonio netto ammontava, a fine 2015, a 66 miliardi e l’indice di solvibilità, secondo le regole di Solvency I, ossia il rapporto tra il capitale detenuto effettivamente e quello minimo previsto dalla legge, era pari a 1,5 nell’assicurazione vita e a 2,8 nei rami danni, livelli di assoluta sicurezza.
I primi dati calcolati secondo il nuovo regime di vigilanza Solvency II attestano nel complesso un ulteriore miglioramento degli indici di solidità patrimoniale.
I dati confermano l’importanza del ruolo dell’assicurazione in Italia e motivano la fiducia che essa riscuote da parte dei propri clienti.
La crisi finanziaria esplosa nel 2008, infatti, non ha fatto registrare alcun caso di imprese assicuratrici in difficoltà, a differenza di quanto verificatosi, ad esempio, in alcune realtà europee”.
È quanto ha detto la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, durante l’incontro con la commissione parlamentare per la Semplificazione, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui rapporti tra utenti e mondo del credito e delle assicurazioni.
“Il modello di business delle imprese di assicurazione – ha aggiunto - ha costituito una potente salvaguardia contro la volatilità estrema dei mercati e contro le logiche finanziarie di breve periodo, che tanti problemi hanno creato negli ultimi anni. Eventuali cambiamenti normativi nel prossimo futuro, come ad esempio l’introduzione di requisiti patrimoniali specifici per il rischio sovrano, potrebbero invece intaccare tale modello, mettendo in crisi un sistema assicurativo che ha sempre dato prova di grande stabilità”.
Ricordando che “l’industria assicurativa è da sempre soggetta a una regolamentazione prudenziale”, Farina ha aggiunto che i diritti degli assicurati sono pienamente soddisfatti.
Circa l’attività finanziaria svolta dal comparto (693 miliardi investiti nel 2015, con una quota rilevante destinata ai titoli di Stato), Farina ha evidenziato una “graduale tendenza a cogliere le opportunità derivanti dall'ampliamento delle possibilità di investimento consentite, come ad esempio i mini-bond, i fondi di debito o credito, le cartolarizzazioni, la concessione diretta di finanziamenti alle aziende”. Ma per favorire il finanziamento dell’economia, “sarebbe opportuno vi fosse anche l’introduzione di piani di risparmio di lungo termine, strumenti finanziari o assicurativi assistiti da agevolazioni fiscali condizionate all'impegno, da parte degli emittenti, di destinare a favore delle aziende una quota dell'investimento tale da non elevare eccessivamente il profilo di rischio dei prodotti”.
La presidente Ania ha inoltre ricordato le “oggettive difficoltà per gli operatori”, derivanti da un quadro regolamentare che “produce un'inevitabile sovrapposizione di ruoli” nell’attività di vigilanza tra Ivass e Consob. “In questo senso sarebbe senz'altro auspicabile, anche nel contesto della revisione della normativa comunitaria, una scelta politica più chiara e netta in relazione al riparto delle competenze tra le Autorità e a favore di una semplificazione e razionalizzazione degli adempimenti richiesti al settore assicurativo, al fine di favorire un approccio più chiaro nei confronti della clientela”.
Maria Bianca Farina ha infine sottolineato come i sinistri e le prestazioni erogate nel 2015 siano state pari a 147 miliardi di euro, “a fronte di capitali, rendite e indennizzi che hanno protetto famiglie e imprese dalle conseguenze economiche di eventi avversi”.