Il governo britannico ha congelato i beni detenuti nel Sud-Est di Londra da una impresa di assicurazioni nordcoreana, i cui proventi sarebbero stati utilizzati dallo stato comunista per finanziare il programma di armamenti nucleari.
Korea National Insurance Corporation (KNIC), questo il nome della società con sede a Pyongyang, opera nel Regno Unito da oltre 20 anni e, in origine aveva stabilito i propri uffici nella City londinese, prima di decidere di trasferirsi nell’area suburbana di Blackheath nel 2006, prima dell’avvio dei test nucleari della Corea del Nord.
La decisione del governo britannico arriva a mesi di distanza dalla chiusura delle attività britanniche di Korea National Insurance Corporation dello scorso mese di settembre, quando il responsabile Ko Su-gil mise la parola fine prima di lasciare la Gran Bretagna. Dal ministero del Tesoro non arrivano commenti a parte una dichiarazione rilasciata a The Guardian, dove si spiega che “Il Regno Unito ha pienamente rispettato e attuato il regime sanzionatorio previsto dalla Nazioni Unite nei confronti del regime della Corea del Nord e delle società nordcoreane”.
Secondo The Times, ci sarebbe il sospetto che la compagnia avesse prodotto “decine di milioni di sterline”, (circa 930 milioni di euro nel 2014) trasferiti in Corea del Nord e utilizzati per finanziare il progetto di rafforzamento missilistico del Paese.
Non si tratta certo di una novità assoluta, visto che la stessa compagnie nordcoreana è già stata sanzionata nel 2015 dall’Unione Europea poiché attraverso le attività sviluppate in Europa la società avrebbe “prodotto grandi volumi di valuta estera”, che potrebbero essere stati investiti in armamenti nucleari o per altre armi di distruzioni di massa. Secondo l’UE la sede centrale di KNIC a Pyongyang sarebbe stata legata al famigerato Office 39 del Workers’ Party nordcoreano, ovvero una sorta di unità governativa segreta impegnata in attività economiche illecite come il traffico illegale di armi e di stupefacenti.
Secondo quanto dichiarato nel gennaio scorso dall’oppositore del regime, Thae Yong, lo stato comunista avrebbe accumulato somme consistenti attraverso frodi assicurative. “In Corea del Nord – ha detto Thae Yong a The Guardian – c’è solamente una compagnia, detenuta dallo Stato. Così, anche se si inscena un falso sinistro, non c’è poi modo di smascherare la frode. Dopo l’acquisto di assicurazione o riassicurazione sui mercati internazionali per una infrastruttura dello Stato, i presunti incidenti permettono allo Stato di guadagnare milioni di dollari ogni anno”.