
L’aumento di capitale di Carige “non è destinato a coprire un buco di bilancio”, ma a gestire il nodo delle sofferenze.
È quanto ha detto Guido Bastianini, amministratore delegato di Carige, nel corso suo intervento alla assemblea degli azionisti in riferimento all’operazione di rafforzamento patrimoniale annunciata a fine febbraio e funzionale alla dismissione mediante scorporo dei crediti deteriorati.
“Occorre un aumento di capitale che abbiamo individuato fino a 450 milioni di euro che non è capitale destinato a coprire un buco di bilancio ma a gestire nella maniera migliore per tutti la tematica dei crediti in sofferenza”. Carige prevede di operare uno scorporo proporzionale dei crediti in sofferenza attraverso la creazione di un veicolo ad hoc, che avrà inizialmente come azionisti gli stessi azionisti della banca: l’operazione dovrebbe essere realizzata entro la fine del 2017 secondo quanto annunciato in occasione dell’aggiornamento del piano al 2020.
Con il 99% dei voti favorevoli, l’assemblea degli azionisti ha votato per l’autorizzazione a intraprendere l’azione di responsabilità nei confronti di Giovanni Berneschi e Cesare Castelbarco Albani, ex presidenti di Carige oltre che di Piero Luigi Montani, ex amministratore delegato della società.
Si tratta di “una questione tecnica, hanno deciso i cda, non dipende da me”, ha spiegato Vittorio Malacalza, azionista di riferimento e vicepresidente di Carige, all’inizio dell'assemblea dei soci della banca genovese, a chi gli chiedeva per quale motivo le azioni di responsabilità proposte dal consiglio di amministrazione in carica dell’istituto siano rivolte solo alle posizioni apicali degli ex cda e non anche agli altri membri dei vecchi consigli.