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I dazi statunitensi frenano l’economia globale: impatto sul settore assicurativo

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Giovedì, 10 Luglio, 2025 - 07:43
Autore: Gillespie

La crescita economica mondiale sta subendo un rallentamento significativo a causa della politica sui dazi implementata dagli Stati Uniti, che ha ridotto gli scambi commerciali e aumentato l’incertezza sui mercati internazionali. Secondo l’ultima analisi del World Insurance Sigma di Swiss Re Institute, pubblicata il 9 luglio 2025, la crescita del PIL mondiale dovrebbe rallentare al 2,3% nel 2025 e al 2,4% nel 2026, rispetto al 2,8% registrato nel 2024.

Consumatori e imprese hanno probabilmente già iniziato a ridurre i consumi e gli investimenti in risposta all’incertezza crescente, un fenomeno che potrebbe non essere ancora pienamente visibile nei dati economici attuali. Questo scenario ha inevitabili ripercussioni sul settore assicurativo mondiale, che dovrebbe seguire la stessa tendenza al ribasso con i premi totali che dovrebbero rallentare al 2% quest’anno dal 5,2% del 2024, per poi risalire marginalmente al 2,3% nel 2026.

Jérôme Haegeli, Group Chief economist di Swiss Re, spiega che “mentre le prospettive di redditività degli assicuratori continuano a beneficiare dell’aumento dei ritorni sugli investimenti, prevediamo che i dazi rallenteranno la crescita del PIL globale e, di conseguenza, peseranno sulla domanda assicurativa. A lungo termine, la politica statunitense dei dazi rappresenta un ulteriore passo verso una maggiore frammentazione del mercato, che ridurrà l’accessibilità e la disponibilità delle assicurazioni, diminuendo così la resilienza al rischio globale”.

La natura volatile dei cambiamenti politici degli Stati Uniti sotto l’attuale amministrazione ha inaugurato un cambio di paradigma che ha portato a una diminuzione della fiducia nel governo statunitense, erodendo il suo status di “porto sicuro” per i capitali globali. 

Di conseguenza, Swiss Re ha ridotto le aspettative di crescita per la maggior parte delle principali economie nel 2025.

Dopo diversi anni di crescita più rapida negli Stati Uniti rispetto a Italia, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone e Australia nel periodo post-pandemico, la crescita del PIL statunitense è prevista quest’anno all’1,5%, in rallentamento rispetto al 2,8% del 2024. Poiché le catene di approvvigionamento globali diventano meno efficienti e le industrie domestiche statunitensi più protette dalla concorrenza internazionale, è probabile che l’inflazione negli Stati Uniti aumenti strutturalmente sopra la media.

“I consumatori statunitensi saranno i più colpiti dalla politica dei dazi degli Stati Uniti e ridurranno i loro consumi a causa dell’aumento dei prezzi. Questo a sua volta peserà sulla crescita degli Stati Uniti che dipende soprattutto dai consumi delle famiglie”, afferma Haegeli. I dazi rappresenteranno dunque uno shock stagflazionistico per l’economia americana.

Per il 2026, lo Swiss Re Institute prevede un rimbalzo dallo shock dei dazi del 2025, con una crescita in qualche modo più robusta dell’1,8% grazie all’adeguamento dell’economia statunitense a una "nuova normalità" di dazi doganali più elevati e dal sostegno dato da una stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro. Nel medio-lungo termine, tuttavia, la riduzione dei flussi di beni, servizi, capitali e persone dovrebbe rappresentare un vento strutturale contrario alla crescita potenziale.

In Europa, la sola incertezza politica peserà sull’attività economica, determinando una crescita invariata dello 0,8% quest’anno. I negoziati commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea rappresentano il rischio principale per lo scenario di base. Tuttavia, l’indebolimento della crescita nel 2025 potrebbe lasciare il posto a un quadro più roseo nel 2026. Una politica fiscale più espansiva da parte del nuovo governo tedesco e condizioni di credito favorevoli grazie a ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della BCE dovrebbero spingere la crescita dell’area dell’euro all’1,3% il prossimo anno. Nel frattempo, la crescita del PIL cinese dovrebbe rallentare al 4,7% rispetto al 5,0% del 2024 a causa dei dazi e della persistente incertezza che penalizzano l’attività economica.

L’accelerazione della frammentazione economica e dei mercati comporta rischi significativi per il settore assicurativo, con barriere commerciali e interruzioni nelle catene di approvvigionamento che possono alimentare l’inflazione e aumentare i costi dei sinistri. Restrizioni ai flussi di capitale transfrontalieri possono inoltre causare inefficienze nell’allocazione del capitale, incrementando i costi finanziari e, di conseguenza, i prezzi assicurativi, riducendo l’assicurabilità di rischi importanti. Dopo una forte crescita nel 2024, il settore assicurativo globale sta rallentando – afferma Swiss Re- con una previsione di crescita dei premi del 2% nel 2025 e del 2,3% nel 2026, circa la metà rispetto al 2024. Nel ramo danni, la concorrenza e condizioni di mercato più morbide stanno riducendo la crescita dei premi, mentre nel ramo vita si prevede un rallentamento significativo dovuto alla moderazione dei tassi di interesse, con una ripresa nel 2026. La redditività resta comunque positiva grazie a migliori ritorni sugli investimenti. Il settore più colpito dai dazi è quello automobilistico statunitense, dove i costi di riparazione e sostituzione dei veicoli aumenteranno, ma in misura più contenuta rispetto all’inflazione post-Covid. I dazi influenzeranno soprattutto i prezzi dei ricambi e delle auto nuove e usate, con un aumento previsto del 3,8% dei costi di riparazione nel 2025. Tuttavia, l’incertezza e i dazi possono anche creare opportunità per gli assicuratori, aumentando la consapevolezza del rischio e la domanda di coperture, specialmente nei rami legati a turbolenze economiche come credito e fideiussioni. L’assicurazione marittima potrebbe trarre vantaggio da un riallineamento delle catene di approvvigionamento, mentre stimoli fiscali e politiche monetarie espansive in regioni come Cina e UE potrebbero sostenere ulteriormente la domanda assicurativa.

Tag: 
Swiss Re
Donald Trump
Dazi USA

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