
"Ci stupisce e ci indigna che il Governo ponga al centro della politica fiscale l'eliminazione urgente di Equitalia che, negli ultimi 10 anni, ha portato nelle casse dello Stato 90 miliardi di euro”.
Così commenta Giulio Romani, Segretario Generale First/Cisl a margine del presidio dei rappresentati sindacali del settore che martedì, davanti a Montecitorio, hanno manifestato la loro preoccupazione sul futuro dei circa 8000 lavoratori a seguito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio.
“Più che di questo – continua Romani – avremmo bisogno di una nuova politica dei redditi, della riduzione del carico tributario o di una riforma complessiva della pubblica amministrazione e dello stesso sistema di riscossione, a partire dalla definizione della fiscalità locale. I cittadini percepiscono come iniqua l'attività di Equitalia perché ingiusto è il nostro sistema fiscale, a partire dai criteri impositivi.
Lo slogan Chiudiamo Equitalia non è degno di un paese civile, poiché semplifica per ragioni propagandistiche un problema complesso. Nessuno sembra ricordare che Equitalia agisce in virtù di leggi non interpretabili”.
“Non va dimenticato che Equitalia impiega più di 8000 lavoratori, da mesi oggetto di pressioni da parte dei media e vittime di atti ritorsivi da parte di contribuenti che erroneamente li considerano responsabili dei loro “guai” con il fisco. First Cisl – conclude Romani – non consentirà che il futuro di questi lavoratori e delle loro famiglie sia messo a rischio e invita il Governo ad affrontare seriamente la riforma della riscossione, rafforzando la lotta all’evasione fiscale e distinguendo tra chi non vuole dare il suo contributo alla collettività per scelta è chi non ha i mezzi per farlo”.