
Direct Line Italia ha deciso di procedere alla chiusura dei punti vendita esterni, i cosiddetti corner, con il conseguente licenziamento, a partire dal prossimo 31 dicembre, di cinque lavoratori a tempo indeterminato, il mancato rinnovo del contratto a tempo determinato per altre due persone e di un ulteriore piano di dismissioni volontarie incentivate per altri cinquanta lavoratori dipendenti delle sedi centrali.
Insomma, un vero e proprio riassetto organizzativo per la compagnia italiana del telefono rosso. Nonostante i bilanci in attivo e la crescita, seppur limitata, dei volumi di polizze e raccolta premi, Direct Line ha messo in cantiere una manovra tesa a ridurre i costi senza, secondo quanto sostengono i sindacati, presentare un vero piano industriale alle RSA. Una decisione che ha scatenato la protesta dei lavoratori che hanno iniziato un percorso di mobilitazione finalizzato alla tutela dei livelli occupazionali esistenti. La prima iniziativa è stato lo sciopero dello scorso 23 ottobre che ha visto un’adesione di quasi il 90% del personale, secondo i dati Fisac Cgil, che ha partecipato ai presidi organizzati sotto le sedi di Direct Line di Lambrate e Cinisello Balsamo.