
L'ipotesi, circolata sulla stampa, di fusione tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia, se vera, configurerebbe un’ennesima scelta sbagliata del legislatore, utile solo a compromettere definitivamente il sistema fiscale, privandolo dell'indispensabile terzietà della riscossione.
Ben altro andrebbe fatto, per garantire migliori condizioni al cittadino nel rapporto con il fisco, che negare la separazione tra il soggetto accertatore (Agenzia delle Entrate) con il soggetto incaricato della riscossione (Equitalia):
- garantire l'autonoma di quest'ultimo ponendolo sotto il diretto controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze;
- ricondurre allo stesso Ministero l’interpretazione delle norme che il legislatore emana, oggi affidata all’Agenzia delle Entrate con grave rischio di conflitto di interessi;
- valorizzare la professionalità del personale esattoriale, da anni ingiustamente costretto a subire denigrazioni, insulti e violenze.
Ricordiamo altresì che Equitalia, ad oggi, non è costata un solo euro di soldi pubblici, autofinanziandosi con i proventi della sua attività, attraverso i compensi percepiti dai contribuenti morosi, mente in passato lo Stato versava centinaia di milioni di euro al sistema gestito da soggetti privati.
La CISL e la FIBA si impegneranno comunque, senza riserve, per impedire che i provvedimenti di riforma del sistema fiscale colpiscano, ancora una volta, i lavoratori, già fortemente penalizzati dal blocco del rinnovo contrattuale che dura ormai da 4 anni e costretti ad operare al limite della sostenibilità, nella convinzione che lo Stato debba dimostrare maggior gratitudine nei confronti di questi lavoratori e metterli in condizione di offrire un vero servizio di qualità ai cittadini.
Qualunque operazione possa essere decisa a carico del sistema della riscossione, i lavoratori dovranno continuare ad avere le stesse garanzie occupazionali e contrattuali che, da sempre, gli derivano dall'autonomia del settore.