
Messa finalmente da parte la grande paura della scorsa settimana, la vita di Christian Eriksen è ora tutta da ripensare. Il defibrillatore cardiaco installato nei giorni scorsi al termine di un’operazione, pone un grosso punto di domanda davanti alla carriera del centrocampista dell’Inter.
Uno dei primi aspetti da considerare in questo momento sono le coperture assicurative. Vanno infatti analizzati i contratti assicurativi privati del calciatore danese, quelle del club di appartenenza (l’Inter) e quelle che riguardano la Fifa (Fédération Internationale de Football Association) e la nazionale della Danimarca.
Secondo la Gazzetta dello Sport il primo scenario considerato parte dall’ipotesi che “il calciatore possa continuare l’attività, anche dopo un periodo necessario di cure e riabilitazione. Periodo di indisponibilità in cui le assicurazioni vengono in aiuto dell’Inter, almeno dal punto di vista finanziario: la società è titolare di una copertura assicurativa, stipulata da Fifa, che rimborsa il salario del giocatore”. Nel caso in cui invece Eriksen non potesse più riprendere a giocare “un punto chiave nella valutazione degli esiti della vicenda è l’accordo collettivo stipulato tra Aic (Associazione Italiana Calciatori) e le Federazione Italiana Gioco Calcio, che prevede all’art. 15 (Inabilità e inidoneità del calciatore) punto 6 che “qualora la malattia o l’infortunio dovessero determinare l’inidoneità definitiva del calciatore, la Società ha diritto di richiedere immediatamente la risoluzione del contratto””. Si verrebbe in questo modo a creare un danno all’Inter, considerato il valore assoluto di Eriksen. Questo nel caso in cui l’Inter “non abbia sottoscritto una copertura assicurativa patrimoniale a tutela del valore economico del giocatore”.