
Il tempo per salvare il Fondo Pensione Agenti comincia a scarseggiare e lo Sna decide di passare all’attacco. Il presidente del Sindacato Nazionale Agenti, Claudio Demozzi chiama infatti a raccolta gli agenti con una lettera, dando il via a una serie di iniziative, la più importante delle quali sarà una grande manifestazione che si svolgerà a Roma.
“Per ripianare il disavanzo di circa 700 milioni di euro – scrive Demozzi nella lettera - l’Ania ha offerto un inaccettabile contributo di 16 milioni di euro, lasciando alla categoria degli agenti l’onere di colmarlo.Di fronte a tale gravissimo e provocatorio atteggiamento, che nelle intenzioni dell’Ania prevede un abbattimento delle pensioni di circa il 50%, lo Sna ha respinto tale proposta che significherebbe la messa in liquidazione del Fondo agenti e l’annullamento di ogni concetto solidaristico che ne è stato lo spirito promotore sin dalla sua costituzione”.
“Lo SNA - continua la lettera scritta da Demozzi alla categoria - ritiene vergognoso che le Compagnie di Assicurazioni, gestori della previdenza integrativa, non abbiano a cuore di salvaguardare la previdenza della rete agenziale con grave danno alla loro immagine di affidabilità e di serietà. Il problema del disavanzo potrebbe essere facilmente superato destinando il solo 2% dell’utile netto annuo di un solo Gruppo Assicurativo! E’ quindi palese ed evidente a tutti che, in realtà, manca la volontà di risanare il Fondo per altri “ignoti” scopi o finalità. In conclusione, dopo aver esperito tutte le strade diplomatiche e del dialogo, compresa la nostra missiva dell’8 agosto inviata all’ANIA, dobbiamo passare ora a fatti concreti e tangibili. E’ giunto il momento di ricorrere alla prima iniziativa che sarà una mobilitazione di piazza e noi contiamo su tutti voi per ritrovarci insieme in questa grande Manifestazione nazionale a Roma”.
A breve il nuovo Esecutivo Nazionale del Sindacato comunicherà luogo e modalità della partecipazione considerata da SNA un atto di responsabilità da parte di tutti gli agenti attivi, inoperativi e in quiescenza.