
Il calcio italiano si ritrova a fare i conti con un dato che non lascia indifferenti: nella stagione 2024/25 la Serie A ha registrato 858 infortuni, un aumento del 24% rispetto all’anno precedente, per un costo complessivo di 103,14 milioni di euro.
Numeri che, presi da soli, potrebbero sembrare meno allarmanti rispetto ad altri campionati europei, ma che raccontano una realtà più complessa. L’Howden’s 2024/25 Men’s European Football Injury Index, giunto alla sua quinta edizione, mette nero su bianco un trend che riguarda tutto il calcio continentale: più infortuni, meno costi medi. Un paradosso solo apparente, perché dietro c’è la diversa gravità degli stop e la gestione economica dei club.
La Bundesliga guida la classifica con 1.197 infortuni, mentre la Premier League, pur con 957 casi, è quella che paga il conto più salato: 285,7 milioni di euro. La Liga si ferma a 118 milioni, la Ligue 1 a 58,4. La Serie A, con i suoi 103 milioni, si colloca penultima per impatto economico. Ma se allarghiamo lo sguardo agli ultimi cinque anni, il quadro cambia: 495,23 milioni di euro spesi dai club italiani, con la Juventus in testa a questa poco invidiabile graduatoria. I bianconeri hanno sostenuto da soli 97,71 milioni di euro, una media di quasi 20 milioni a stagione, e in tre campionati su cinque hanno registrato più infortuni della media di lega. Non sorprende quindi che la Juventus sia anche la squadra più colpita nell’ultima stagione, con un costo di 16,75 milioni, seguita da Milan (13,01 milioni) e Inter (10,93 milioni).
Il dato che colpisce è la durata media degli stop: 24 giorni per la Juventus, contro i 20 del Milan e i 13 dell’Inter. Una differenza che pesa, perché non è solo il numero di infortuni a incidere, ma la loro gravità. L’Empoli, ad esempio, pur avendo registrato appena 28 casi, ha visto una media di 42 giorni di stop, la più alta del campionato. Al contrario, Napoli, Roma e Lazio hanno mantenuto una gravità media contenuta, intorno ai 13-14 giorni, riuscendo così a limitare l’impatto economico. La Lazio, in particolare, si conferma un caso virtuoso: nonostante oscillazioni stagionali, ha chiuso il quinquennio con piazzamenti costanti nella parte alta della classifica, arrivando persino seconda nel 2022/23 grazie a soli 22 infortuni, il minimo del periodo.
Federico Casini, Ceo di Howden in Italia, ha sottolineato: "La stagione 2024/25 ha registrato un incremento del 24% del numero di infortuni in Serie A e si conferma la rilevanza del tema per il calcio italiano sia a livello sportivo, sia finanziario. Con 858 stop e oltre 103 milioni di euro di impatto economico, nonostante una riduzione dei costi medi per sinistro, è inevitabile avere effetti diretti sull'organizzazione delle squadre e talvolta anche sui risultati. Come Howden, continuiamo a supportare il settore attraverso analisi basate sui dati e soluzioni assicurative e a tutela di giocatori e società".
Guardando alle tipologie di infortunio, i guai muscolari sono i più frequenti (318 casi), ma con una gravità media limitata a 15 giorni e un costo relativamente basso.
I più onerosi restano gli infortuni al ginocchio, con una media di 54 giorni di stop e un costo di 0,39 milioni per episodio. Difensori i più colpiti, ma centrocampisti e attaccanti quelli che pesano di più sui bilanci, con oltre 35 milioni ciascuno.
L’età, poi, gioca un ruolo decisivo: la fascia 26-30 anni concentra il maggior numero di infortuni e il costo più alto, quasi 51 milioni. Gli over 30 seguono con stop più lunghi, mentre gli under 21, pur con una gravità media elevata, incidono poco sul piano economico.
Infine, l’impatto della FIFA Club World Cup™ non è trascurabile. Durante il torneo estivo, i nove club europei coinvolti hanno registrato 25 infortuni, lo stesso dato dell’anno precedente. Ma nei tre mesi successivi, il Chelsea – fresco vincitore – ha visto un aumento del 44% rispetto al 2023/24, con 23 infortuni. L’Inter, eliminata agli ottavi, ha riportato 5 casi durante la competizione e altri 9 tra agosto e ottobre. James Burrows, head of sport di Howden, ha commentato: "Il report di quest'anno mette in evidenza le crescenti richieste fisiche cui sono sottoposti i giocatori dei principali campionati. Abbiamo osservato un'evoluzione, nell'edizione di quest'anno, sia nel numero di infortuni sia nei costi associati, un aspetto che riflette il dibattito in corso sulla necessità di rafforzare la tutela dei giocatori all'interno del calcio. Auspichiamo che il report possa rappresentare una risorsa utile per giocatori, club e organismi di governo del calcio, aiutandoli ad affrontare queste discussioni e a prendere decisioni informate sul futuro del gioco”. Il calcio italiano si trova davanti a una sfida che va oltre il campo: gestire l’impatto degli infortuni non solo come problema sportivo, ma come questione economica e i numeri di Howden dimostrano che la pressione sulle squadre resta altissima.