Le piccole e medie imprese italiane sottoscrivono mediamente tra le 4 e le 5 coperture per rischi elementari, ma sottovalutano pericoli enormi come l’interruzione dell’attività, i danni ambientali e i casi di insolvenza dei debitori; si avvalgono della consulenza di un broker (66,8%) e sono convinte di essere assicurate in maniera sufficiente (96%). È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Giornale delle Assicurazioni, in collaborazione con Interactive Market Reasearch, sul rapporto tra imprese e assicurazioni e presentata nel corso della quarta edizione del convegno nazionale della testata dal titolo “Gestire il rischio per sostenere crescita e lavoro” svoltosi a Milano, sotto il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico.
Marco Oriolo (Vice Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria), Paolo Garonna (Direttore Generale di ANIA), Paolo Panarelli (Direttore Generale CONSAP), Sergio Corbello (Presidente di Assoprevidenza), Claudio Demozzi (Presidente SNA), Paolo Rubini (Presidente ANRA) e Francesco G. Paparella (Presidente AIBA) sono alcuni dei protagonisti che hanno animato il dibattito. Per sostenere le imprese italiane oltre il tunnel della crisi serve uno sforzo di tutti i protagonisti del sistema assicurativo per creare un’efficace catena del valore nella gestione dei rischi tra più soggetti che dia sostegno alle PMI e quindi, alla nostra economia.
Anche in tempi di crisi si conferma la sottoassicurazione del comparto produttivo italiano e un approccio poco “business oriented”. Il campione di PMI intervistato dichiara di avere in media 4,5 tipologie di coperture assicurative. Modesto tasso di copertura dei rischi delle PMI, oltretutto concentrato sulle assicurazioni di base: l’89% del campione afferma di avere la polizza contro il rischio incendio e furto; il 76,2% la Responsabilità Civile Terzi; il 54,5% ha la polizza contro il rischio guasti a macchinari/impianti e il 53,5% la RC Prestatori d’Opera. Molto più bassa (34,2%) la percentuale di aziende assicurate contro gli infortuni a dirigenti/dipendenti, mentre il 29% ha sottoscritto la RC Professionale.
Gli imprenditori continuano a sottovalutare rischi enormi come l’interruzione dell’attività, i danni ambientali e i casi di insolvenza dei debitori. Solamente il 14,9% del campione (percentuale che scende fino al 6,8% per le aziende di piccole dimensioni) ha sottoscritto la polizza Danni Indiretti che tutela l’azienda contro i rischi da fermo del ciclo produttivo causati da un “sinistro”. Identica la penetrazione della polizza di RC Inquinamento (14,9%), mentre l’assicurazione sui crediti (strumento assicurativo che le imprese possono usare per garantirsi contro l’insolvenza dei propri debitori) è sottoscritta dal 12,9% delle imprese. Scarso anche il ricorso alla previdenza integrativa per dirigenti e dipendenti (12,4%).
Il broker di assicurazioni si conferma il punto di riferimento per i rischi aziendali. Circa l’80% delle medie imprese e il 54,4% di quelle piccole utilizzano i servizi e la consulenza di un broker, per una media complessiva pari al 66,8%.
Il giudizio delle PMI sul livello di completezza della copertura del rischio è molto elevato: il 96% del campione pensa di essere sufficientemente assicurato e quasi il 75% non ritiene di dover ampliare l’ombrello protettivo. Il giudizio sui rapporti con le compagnie con le quali sono state stipulate polizze è positivo: il 93,1% del campione si dichiara soddisfatto. Giudizio molto meno positivo circa il supporto dato dalle assicurazioni: il 57,9% si dice soddisfatto, ma solo il 5% lo è completamente. Tra i punti di debolezza del sistema assicurativo gli imprenditori concordano: premi troppo cari, contratti poco chiari, poca fiducia nelle imprese assicurative, atteggiamento delle compagnie poco trasparente e collaborativo, tempi troppo lunghi per i risarcimenti, mercato poco concorrenziale e rapporti complessi e burocratici. Tra i suggerimenti delle imprese per migliorare il rapporto con le assicurazioni: prezzi più contenuti (40,8%), maggiore trasparenza (23,9% del campione), maggiore chiarezza (21,4%), capacità di seguire di più il cliente (10%), meno burocrazia (8%).