
La diffusione della banda ultra larga in Italia può attivare fino a 180 miliardi aggiuntivi di Pil entro il 2030.
Il dato emerge dallo studio sulla fibra ottica realizzato da realizzato da The European House - Ambrosetti, su incarico di Tim e presentato al classico Forum Ambrosetti, quest’anno dedicato all’Economia Circolare in Europa, in una Villa d’Este in tono minore rispetto alle precedenti edizioni a causa delle dure procedure previste dalle norme di contenimento del Covid.
Secondo lo studio, “i benefici abilitanti dalla connettività sono trasversali a tutti i settori economici e alla società”. Con l’improvvisa esplosione dell’emergenza pandemica si è affermato il ruolo determinante della digitalizzazione quale “potente leva di resilienza e trasformazione delle nostre vite”. La prova più visibile è stata l’impennata dei lavoratori in smart working passati dal 2% della forza lavoro nel 2019 al 20% durante il lockdown, confermando l’urgenza di portare la connettività in tutte le aree del Paese.
Lo studio mette proprio in evidenza gli impatti della crescita della fibra ottica per il Paese: “Considerando l’aumento di copertura in banda ultra larga in linea con le previsioni correnti e il conseguente aumento della velocità media di connessione, oltre che del numero di sottoscrizioni, si stima che il pieno dispiegamento della rete possa generare benefici incrementali per il sistema-Paese quantificabili in più 96,5 miliardi di euro di Pil cumulati tra il 2020 e il 2025 e più 180,5 miliardi di euro cumulati tra il 2020 e il 2030”.