
Ha preso il via con un primo confronto in Ania tra il management di Verti Assicurazioni e i sindacati sul piano di riorganizzazione della compagnia diretta del gruppo Mapfre che metterebbe a rischio 325 posti di lavoro, su un totale di 605.
In una nota, la compagnia afferma di essere “consapevole dell’impatto che questa riorganizzazione ha sulle 325 persone coinvolte e mantiene ferma la sua volontà di instaurare un dialogo costruttivo con le rappresentanze sindacali”.
Tuttavia il riassetto è ritenuto necessario per mantenere e rafforzare la posizione di Verti e adottare “un modello organizzativo più digitale ed efficiente” e creare le condizioni per continuare a investire in Italia.
Secondo Verti “per fronteggiare l’attuale situazione di mercato si rende quindi indispensabile aumentare la competitività attraverso l’accelerazione di tutti quei processi di automazione e digitalizzazione che consentono di rispondere in maniera innovativa alle esigenze dei clienti e di stare al passo con l’evoluzione del mercato stesso”.
Parole che non rassicurano certo i lavoratori che solo cinque anni fa, quando l’azienda era ancora Direct Line, hanno vissuto la stessa esperienza che aveva portato all’esodo “volontario” di circa 200 persone. A preoccupare è soprattutto il fatto che l’età media dei dipendenti (47 anni) non consentirebbe a Verti di accedere al fondo di solidarietà di categoria (valido quando mancano 5 anni o meno all’età pensionabile).