
In forte calo gli appalti medio-grandi sia a maggio che nei primi cinque mesi dell’anno: dimezzati sia i bandi che i valori a base d’asta.
I dati relativi alle gare con importo superiore a 5 milioni dell’osservatorio Cresme Europa servizi mostrano le difficoltà del mercato dei lavori pubblici riscontrate dall’inizio dell’anno dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice appalti. In questa fascia, dall’inizio del 2024 sono stati rilevati 435 bandi per 10,263 miliardi. Rispetto ai primi cinque mesi del 2023, quando erano state promosse 851 gare per 21,808 miliardi, il calo degli avvisi è del 48,9% e l’importo del 52,9%. Stesso andamento per il mese di maggio, quando la flessione su base annua è stata rispettivamente del 50,2% e del 53,2%.
Tra le stazioni appaltanti, spicca il crollo delle amministrazioni comunali che sono passate in un anno da 185 gare per 3 miliardi a 61 per 964 milioni.
Al primo posto per gli importi mandati in gara oltre i 5 milioni troviamo la sanità pubblica con 2,45 miliardi (-20%) mentre le Ferrovie, con 47 appalti per 1,537 miliardi, perdono il 39% per le gare, ma incrementano gli importi del 27,6%.
Sono soprattutto le maxiopere a rallentare maggiormente: la fascia sopra i 50 milioni perde il 48,6% dei bandi (38) e il 59,7% dei valori (4,771 miliardi).
Il totale del mercato dei lavori pubblici nei primi 5 mesi è di 7.534 bandi (-30,1%) per 14,377 miliardi (-51%). Solo le amministrazioni regionali sono in attivo con 183 appalti (+20%) per 762 milioni (+50%).