
In quel di Verona il tocco magico dell’oracolo di Omaha, Warren Buffett, ha ceffato. Tre anni fa aveva messo sul piatto 116 milioni di euro per comprare dalla banca Popolare di Vicenza una partecipazione del 9,047% di Cattolica Assicurazioni e diventare il primo azionista della compagnia.
Non proprio un affare a guardare oggi il valore del titolo che si è quasi dimezzato (69 milioni). Ma a Lungadige Cangrande si sa, le complicazioni sono nate prima dell’emergenza sanitaria, quando a fine ottobre 2019, furono ritirate le deleghe all’allora amministratore delegato Alberto Minali. Il quale, tra l’altro, ha da poco consegnato una richiesta di risarcimento da 9,6 milioni di euro, subito dopo aver rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione della società nel quale era rimasto. Insomma, per Minali è evidente la mancanza di una giusta causa per la revoca delle deleghe e quindi vuole il riconoscimento delle sue pretese economiche (9.600.000 euro circa), ritenute infondate da Cattolica che peraltro è alle prese con la richiesta dell’Ivass di rinforzare il capitale.
L’istituto di vigilanza ha infatti inviato una lettera dando evidenza della situazione di solvibilità indebolita del Gruppo Cattolica, della Capogruppo e di alcune controllate a seguito del deterioramento dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19 che ha causato, come noto, l’allargamento degli spread (in particolare sui titoli italiani), l’ulteriore calo dei tassi risk free e un marcato calo dei mercati azionari.
In particolare, si fa notare come due società controllate, BCC Vita e Vera Vita, abbiano presentato una stima di Solvency Ratio inferiore al minimo regolamentare. Inoltre, è riportato che i Solvency Ratio del Gruppo, della Capogruppo e di altre due società controllate Danni, pur rimanendo sempre sopra i minimi regolamentari, hanno riportato dei valori al di sotto delle soglie interne di Risk Appetite Framework. Ivass si attende quindi interventi di patrimonializzazione perseguiti mediante l’utilizzo integrale della delega proposta alla prossima Assemblea Straordinaria dei soci convocata per il 26-27 giugno, pari a un aumento di capitale di 500 milioni di euro da effettuarsi entro l’inizio dell’autunno. A Verona si è subito tenuto un cda nella serata del 31 maggio che , ha dato mandato al management di preparare un piano nei tempi richiesti, al fine di rafforzare la solvibilità del Gruppo, aggiungendo che già lo scorso 22 maggio erano già state discusse delle misure di ripatrimonializzazione.