
Al termine dell’ispezione svolta in Cattolica Assicurazioni l’Ivass “ha rilevato carenze, riferibili a situazioni relative soprattutto agli anni 2018/19 e antecedenti, e ai primi mesi del 2020, circa il sistema di governo societario e di gestione dei rischi”. In particolare, il cda “non ha improntato la propria azione circa i vari rischi a canoni di cautela e prudenza con conseguente pregiudizio potenziale per la solvibilità del Gruppo e la necessità di rafforzamento dei mezzi propri”.
Più in particolare, l’Autorità rileva che il Consiglio di Amministrazione di Cattolica “ha trascurato di garantire la necessaria coerenza tra i rischi assunti dall’impresa e il suo fabbisogno di solvibilità globale e, per tale via, l’adeguatezza anche prospettica dei fondi propri. Inoltre, ha mostrato una insufficiente capacità di risposta all’evoluzione sfavorevole dello scenario. È risultata limitata la capacità dell’Organo di valutare compiutamente i profili di rischio/rendimento relativi a talune rilevanti decisioni di business aventi ad oggetto i canali di vendita. In particolare, è evidenziata l’operazione di bancassurance con Banco BPM, sottoscritta nel 2018. Inoltre, IVASS ha rilevato che i risultati negativi di questa JV non sono stati dibattuti all’interno del Consiglio. Vengono anche citati altri investimenti molto meno rilevanti, effettuati a partire dal 2012, riguardanti soprattutto le Società non assicurative del Gruppo”.
È quanto precisa in una nota Cattolica, sollecitata dalla Consob a fornire chiarimenti sull’esito dell’ispezione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.