
2.755 euro al mese. È questa la cifra che in media le famiglie italiane hanno speso nel 2024 per i propri consumi, praticamente identica ai 2.738 euro dell'anno precedente.
I dati diffusi dall'Istat raccontano una fotografia interessante del Paese: dopo gli aumenti vertiginosi dei prezzi alimentari che avevano caratterizzato il 2023, con un'inflazione a doppia cifra, quest'anno i rincari si sono ridimensionati al 2,5 per cento. Eppure le famiglie non hanno allentato la presa sul portafoglio, mantenendo sostanzialmente invariata la spesa complessiva.
Il quadro geografico rivela le solite, profonde disparità territoriali. Il Nord-est si conferma l'area dove si spende di più, mentre il Sud registra i livelli più bassi, con uno scarto che arriva al 37,9 per cento. Un divario che fotografa perfettamente le differenze economiche che attraversano il Paese da sempre. Ancora più marcata la differenza tra famiglie composte solo da italiani e quelle con presenza di stranieri: le prime spendono quasi un terzo in più, il 31,8 per cento per la precisione, un dato che riflette non solo diverse capacità di spesa ma anche stili di vita e composizione familiare differenti.
Ma il dato forse più significativo riguarda il carrello della spesa alimentare. Nonostante l'inflazione sui prodotti alimentari e le bevande analcoliche abbia rallentato drasticamente rispetto al balzo del 10,2 per cento del 2023, la spesa è rimasta stabile. E soprattutto, il 31,1 per cento delle famiglie continua a dichiarare di aver dovuto limitare la quantità o la qualità del cibo acquistato nel corso dell'anno, una percentuale sostanzialmente invariata rispetto al 31,5 per cento dell'anno precedente. Un dato che testimonia come la crisi del potere d'acquisto continui a mordere: i prezzi magari non corrono più come prima, ma rimangono alti e le famiglie hanno dovuto adattarsi a un nuovo equilibrio fatto di rinunce e compromessi.
Tra i singoli prodotti alimentari emergono alcune dinamiche particolari. Gli oli e i grassi registrano un'impennata dell'11,7 per cento, portando la spesa media mensile a 18 euro, mentre per la frutta, inclusa quella a guscio, si spendono ora 45 euro al mese, con un incremento del 2,7 per cento. La spesa non alimentare, che rappresenta ormai l'80,7 per cento del totale con una media di 2.222 euro mensili, oscilla tra i 3.032 euro del Nord-est e i 2.199 euro del Sud, confermando ancora una volta quanto la geografia economica del Paese continui a pesare sulle abitudini di consumo degli italiani.