
Le compagnie di assicurazioni italiane sono in buona salute, come dimostrano i 6 miliardi di utili e il Roe 2015 che ha sfiorato il 10% nel comparto vita e ha superato il 7% nei danni.
A dirlo è stato il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, nel corso della presentazione della relazione annuale dell’Istituto di vigilanza. Rossi ha inoltre sottolineato come per il quarto anno consecutivo i profitti si mantengono più o meno agli stessi livelli. “Le nostre imprese – ha detto - sono riuscite finora a sfuggire abbastanza alla bonaccia dei tassi di interesse, veleggiando a buon ritmo”. Rispetto alle concorrenti straniere, le compagnie italiane presentano una migliore corrispondenza tra attivo e passivo. “La persistenza nel tempo di tassi d’interesse così bassi, tuttavia, non può non preoccupare alla lunga anche le compagnie italiane e l’Ivass che vigila su di loro”.
Per quanto riguarda la raccolta premi a fine 2015 si è registrato un incremento del 2,5% a 150 miliardi di euro, pari al 9% del PIL, trainata dal comparto vita e, in particolare, dalle polizze unit linked che hanno raccolto 32 miliardi (22 miliardi nel 2014).
Per le polizze vita tradizionali, a prevalente contenuto obbligazionario e con rendimenti minimi garantiti, i premi sono invece scesi a 76 miliardi (82 miliardi nel 2014).
Ancora in calo la raccolta Rc Auto (-6,5%) attribuibile al calo dei prezzi, non dei volumi. Gli indici di solvibilità si mantengono su un livello più che doppio (2,4 volte) rispetto al requisito richiesto
Rossi ha inoltre consigliato le compagnie italiane a “evitare la tentazione” di forzare le nuove regole di Solvency2 per cercare di minimizzare l’assorbimento di capitale, andando oltretutto contro lo spirito della riforma.
“L’Ivass farà di tutto – ha osservato – d’intesa con le autorità europee, per impedire queste distorsioni”. L’implementazione delle nuove regole per commisurare il capitale proprio delle compagnie ai rischi consente a molte imprese di esibire un livello di capitale di solvibilità più alto di quello rilevato con Solvency1. “Ne può però scaturire una pericolosa euforia e anche la tentazione di forzare le nuove regole, profittando proprio della loro complicazione, per minimizzare l’assorbimento di capitale. L’introduzione di Solvency2 in Italia ha mostrato le difficoltà di adeguarsi a questa nuova realtà da parte delle piccole compagnie che stanno trovando molto onerosi i necessari investimenti in capitale umano, tecnologico, organizzativo”.
Il presidente dell’Ivass si è anche soffermato sullo stress test lanciato dal’Eiopa, che sarà particolarmente severo. Tuttavia, l’obiettivo sarà quello di “misurare il rischio sistemico a livello europeo” e quindi non ci saranno pagelle per le singole compagnie ma i risultati, a fine anno, “saranno resi noti non impresa per impresa ma solo per paese e per fascia dimensionale”.