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Ultimo ostacolo per Unipol: l'esenzione dell’obbligo opa su Milano

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Martedì, 26 Giugno, 2012 - 10:10
Autore: Gillespie

Nella lunga corsa su Fonsai, per Unipol è arrivato il momento di superare l’ultimo ostacolo: il via libera dalla Consob all’esenzione dell’obbligo di opa sulla Milano Assicurazioni. Carlo Cimbri, amministratore delegato del gruppo bolognese, si dice fiducioso anche se nel corso della conference call di presentazione del piano industriale ha detto che in caso di pronunciamento negativo l’operazione non si farà.

Unipol punta a rendere effettiva la fusione a quattro con Premafin, Fonsai e Milano assicurazioni “il primo gennaio 2013”. Il progetto di fusione e l’iter temporale per la nuova compagnia prevedono l’assemblea di Fonsai il 27 giugno per l’aumento di capitale. “Poi - ha aggiunto Cimbri - valuteremo insieme al consorzio di garanzia il momento opportuno per avviare l'aumento di capitale” (che secondo quanto riportato nelle slide sarà possibile a partire dall'inizio di luglio) per avviare “a partire da settembre” l’iter per la fusione da completare “entro la fine dell'esercizio 2012 così da rendere efficace la fusione a gennaio 2013”. Le linee guida dell’operazione prevedono un utile netto consolidato di 880 milioni e una raccolta premi di 16 miliardi nel 2015 per la nuova Ugf, dopo l’integrazione con Fonsai. In base agli impegni presi con l’Antitrust, Unipol cederà 1,7 miliardi di premi, ridurrà il debito subordinato verso Mediobanca a 1,1 miliardi e, per “eliminare alla radice qualsiasi tipo di connessione che dia adito a possibili intrecci azionari con Mediobanca e Generali”, venderà le quote di Fonsai in entrambe.

Unipol-Sai cederà poi rami di azienda, interi o divisi in più blocchi e alcuni marchi “già individuati”; le cessioni, per le quali Unipol ha già ricevuto diverse manifestazioni di interesse avverranno “non alla fine del piano”, sulla base di tempi stabiliti con l’Antitrust. L’organizzazione sarà su base divisionale per preservare “agenti e marchi”; in tema di possibili esuberi, la società prende “totalmente le distanze” dalle voci di circa 3.500 esuberi circolate in ambienti sindacali.

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