
Dagli uffici di Cologno Monzese (MI), Direct Line ha comunicato la chiusura del piano di incentivi all’esodo e la pianificazione di incontri sindacali, dei quali però i lavoratori e i loro rappresentanti non ne sanno nulla.
La vertenza che si trascina da oltre quattro mesi riguarda i 200 esuberi programmati della compagnia su un totale di 800 dipendenti.
I sindacati Fisac/Cgil, Fna, First/Cisl e Uilca/Uil sottolineano “l’assoluta mancanza di comunicazione da parte della direzione del personale circa gli esiti di questo piano. Per quanto a noi risulta, sono state firmate in azienda 167 conciliazioni, che hanno riguardato prevalentemente le front-line del call center e in misura minore altri reparti”.
Per le front-line sales e service il numero di conciliazioni sarebbe più o meno corrispondente al numero di esuberi dichiarati in quei settori. “È necessario evidenziare come, pur dichiarando chiuso il piano, in parecchie aree, come quella documentale, il risultato non appaia raggiunto. Invece, al back office business, il numero di firme è quasi il doppio di quanto dichiarato il 10 giugno”.
Insomma, i numeri non tornano sul piano di incentivi all’esodo della compagnia passata sotto il controllo di Mapfre solo pochi mesi fa. I sindacati denunciano la scarsa trasparenza e una situazione in costante peggioramento dove non sembrerebbero molto chiari i progetti della compagnia per il futuro dell’azienda.