
Nessun risarcimento per chi viene investito in bicicletta mentre si sta recando al lavoro. Perché? Perché secondo la Cassazione va considerato come “infortunio in itinere” e quindi non risarcibile. La sentenza è destinata a fare notizia anche perché la Cassazione ha ricordato che se il percorso tra casa e ufficio è coperto dal bus, il lavoratore può tranquillamente prendere il mezzo pubblico, portatore di maggiore comodità e di minore disagio. In questo modo, la sezione Lavoro - sentenza 7970 - ha respinto il ricorso di Matilde D., impiegata milanese, che il 5 agosto di nove anni fa ebbe un incidente stradale mentre in bici si stava recando al lavoro e per il quale ottenne dal Tribunale di Milano il via libera all’indennizzo. Ma nel settembre 2010 la Corte d’appello di Milano decise di bloccare il risarcimento accogliendo l’osservazione dell’Inail sulla base del fatto che la signora non aveva dimostrato di usare la bicicletta per necessità tanto più che il percorso da casa sua al posto di lavoro era coperto dalla linea del bus. Contro il no al risarcimento, Matilde D. ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice di merito non aveva tenuto in debita considerazione le condizioni di salute e familiari che consigliavano l’uso della bicicletta al posto del mezzo pubblico. Nel bocciare il ricorso la Cassazione ha evidenziato che in maniera corretta il giudice del grado precedente ha fatto notare che il percorso dall’abitazione al luogo di lavoro era in pieno centro urbano e servito da mezzi di trasporto pubblico, anche su rotaie, che viaggiavano su corsie preferenziali. E quindi, che l’utilizzo del mezzo pubblico avrebbe potuto fare conseguire alla signora maggiore comodità e minore disagio nel conciliare esigenze lavorative e familiari.