
Nel Regno Unito il 2025 si chiude con un dato che preoccupa: il 90% delle imprese ha subito ritardi nei pagamenti, e il 44% li registra con maggiore frequenza rispetto al passato. A dirlo è Coface, leader nell’assicurazione dei crediti, che ha pubblicato la prima edizione della sua indagine sul comportamento di pagamento delle aziende britanniche, evidenziando come il fenomeno sia più acuto rispetto a Francia, Germania e Polonia, e persino rispetto ad Asia e America Latina.
Il ritardo medio è di 32 giorni, ma a soffrire di più sono le micro e piccole imprese, con meno liquidità e termini di pagamento più brevi. “I ritardi nei pagamenti sono diventati una sfida cruciale per le imprese del Regno Unito e minacciano la stabilità finanziaria delle realtà più vulnerabili. Anche se le nuove norme e il miglioramento della fiducia offrono spazio all’ottimismo, la ripresa deve essere generalizzata per evitare che le piccole imprese restino indietro nell’evoluzione delle abitudini di pagamento”, ha dichiarato Benoit Urbin, Country Manager Regno Unito e Irlanda.
Le dilazioni di pagamento restano una pratica diffusa: solo il 3% delle aziende non concede credito ai clienti, ma quasi la metà ha esteso i propri termini nell’ultimo anno. Le differenze settoriali sono marcate: costruzioni e trasporti sono i più colpiti, mentre editoria e media sembrano reggere meglio, pur segnalando impatti significativi sulla liquidità. Le cause dei ritardi si sono spostate dai problemi operativi alle difficoltà finanziarie degli acquirenti, con casi di slittamenti deliberati. I rischi variano: tassi d’interesse per costruzioni e alloggio, minacce informatiche per finanza e ICT, problemi di supply chain per manifattura e distribuzione, carenza di manodopera per agroalimentare e farmaceutica.
Per il 2026, il 37% delle imprese prevede un miglioramento, ma il cauto ottimismo non è condiviso da tutti: il 66% delle micro e piccole imprese teme che l’economia peggiorerà o resterà invariata. Coface, che copre 715 miliardi di euro di operazioni commerciali nel mondo, continua a monitorare i segnali di tensione finanziaria, offrendo alle imprese strumenti per proteggersi dal rischio di mancato pagamento.
“L’aumento dei ritardi di pagamento nel Regno Unito riflette le difficoltà di liquidità che stanno colpendo ampie fasce del tessuto produttivo, in un contesto di tassi elevati e domanda interna ancora debole”, ha commentato Ernesto De Martinis, Ceo Regione Mediterraneo & Africa di Coface, aggiungendo che “è fondamentale che le aziende adottino un approccio più strutturato alla gestione del rischio credito, basato su dati affidabili e analisi predittive. Allo stesso tempo, è necessario favorire una cultura finanziaria orientata alla prevenzione: in un contesto di crescente volatilità, la capacità di anticipare i segnali di tensione e di adattarsi rapidamente può fare la differenza tra stabilità e vulnerabilità”.