
Il drastico taglio dell'83% agli aiuti dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) annunciato dal Segretario di Stato americano Marco Rubio lo scorso 10 marzo colpisce duramente l'Africa subsahariana, con effetti significativi anche per le imprese internazionali, spiega un report di Coface.
La regione, che nel 2023 aveva ricevuto il 40% del budget dell'agenzia statunitense, si trova ora ad affrontare un aumento delle incertezze economiche e politiche. “La drastica riduzione degli aiuti USAID segna un punto di svolta nel panorama diplomatico africano e non solo, con implicazioni che trascendono l'aspetto economico”, commenta Ernesto De Martinis, Ceo Regione Mediterraneo & Africa Coface. “Assistiamo a un riallineamento strategico del continente, dove l'influenza cinese, testimoniata dall'investimento di 50 miliardi di dollari, acquisisce una dimensione determinante. Questo fenomeno modificherà progressivamente gli assetti di potere regionali, favorendo l'emergere di nuove dinamiche politiche e commerciali”.
L'interruzione dei programmi USAID in Africa ha un impatto diretto su tre settori chiave: aiuti umanitari (47%), sanità (38%) e sviluppo economico (8%). In particolare, la cessazione dei finanziamenti destinati alla lotta contro le pandemie potrebbe portare a una recrudescenza di malattie come l'HIV nell'Africa meridionale e il virus Ebola in Uganda. Inoltre, il venir meno del sostegno al processo democratico potrebbe favorire l'ascesa di organizzazioni violente e colpi di stato, mentre in ambito di sicurezza si teme un incremento della minaccia jihadista e del traffico di droga.
Le ripercussioni si estendono anche al commercio internazionale. Sei Paesi dell'Africa subsahariana (Sudafrica, Nigeria, Ghana, Niger, Liberia e Togo) sono particolarmente esposti al rischio di dazi reciproci, in linea con la politica “America First” promossa dall'amministrazione Trump. Questo approccio, pur mirando a favorire gli interessi economici statunitensi, rischia di compromettere la posizione strategica degli Stati Uniti in Africa a vantaggio della Cina, che ha recentemente annunciato un investimento di 50 miliardi di dollari per rafforzare la propria presenza economica nel continente.
Per le imprese italiane con interessi in Africa subsahariana, l'attuale scenario comporta un aumento del rischio commerciale e della volatilità economica. “I tagli agli aiuti USAID influenzeranno direttamente l'economia di molti paesi africani, aumentando il livello generale di incertezza nell'area”, evidenzia Pietro Vargiu, Country manager Coface Italia. “Per le aziende italiane con interessi commerciali in Africa subsahariana, questo si può tradurre in un potenziale aumento dei rischi. In Coface aggiorniamo costantemente i nostri modelli di valutazione del rischio per supportare i clienti nell'identificare tempestivamente le criticità emergenti in tutto il mondo e proteggere il loro business in questo nuovo scenario”.