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Il riso torna protagonista sui mercati globali, ma stavolta non per una crisi di approvvigionamento: è l’eccesso di offerta a scuotere gli equilibri, con un crollo dei prezzi che riporta le quotazioni ai livelli del 2017. La decisione dell’India, primo esportatore mondiale, di revocare le restrizioni all’export ha innescato una reazione a catena: il prezzo medio è sceso del 35% in un anno, attestandosi intorno ai 360 dollari a tonnellata. Un ribasso che arriva dopo tre anni di turbolenze, innescate dalla guerra in Ucraina e da eventi climatici estremi in Asia, che avevano spinto Nuova Delhi a chiudere i rubinetti per contenere l’inflazione alimentare.
Nel Regno Unito il 2025 si chiude con un dato che preoccupa: il 90% delle imprese ha subito ritardi nei pagamenti, e il 44% li registra con maggiore frequenza rispetto al passato. A dirlo è Coface, leader nell’assicurazione dei crediti, che ha pubblicato la prima edizione della sua indagine sul comportamento di pagamento delle aziende britanniche, evidenziando come il fenomeno sia più acuto rispetto a Francia, Germania e Polonia, e persino rispetto ad Asia e America Latina.
Dal 1° ottobre 2025, i farmaci di marca e brevettati importati negli Stati Uniti sono soggetti a un dazio del 100%, a meno che il produttore non stia costruendo uno stabilimento sul suolo americano.
In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, frammentazione delle catene di approvvigionamento globali e volatilità dei mercati finanziari, la capacità di anticipare e gestire i rischi diventa fattore critico per la sopravvivenza e la competitività delle imprese.
Nonostante alcuni dati sull'occupazione e sui conti pubblici possano suggerire un quadro roseo, l'economia italiana continua a navigare in acque agitate, faticando a prendere il volo. La ripresa post-pandemica si mostra fragile, come confermato dalla contrazione del PIL dello 0,1% nel secondo trimestre del 2025, il primo calo in due anni.
L’accordo commerciale annunciato il 27 luglio 2025 da Donald Trump e Ursula von der Leyen segna un momento di apparente distensione nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea, ma lascia sul tavolo più ombre che certezze, si legge in un report di Coface.
L’annuncio dell’ex presidente americano Donald Trump sull’introduzione di dazi del 50% sul rame, a partire dal primo agosto, ha immediatamente scosso i mercati e acceso i riflettori su una filiera strategica per l’economia globale.
Il predominio della Cina nell’industria globale dell’abbigliamento sta subendo un significativo ridimensionamento, messo alla prova dall’aumento dei costi, da vincoli normativi sempre più stringenti e da un modello di specializzazione che si rivela poco redditizio. La recente ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca, con la sua politica commerciale aggressiva, potrebbe accelerare ulteriormente la diversificazione delle catene di approvvigionamento tessili.
Coface ha annunciato il completamento dell’acquisizione di Cedar Rose Group, un leader nei servizi informativi nel Medio Oriente.
Secondo il report annuale di Coface, società leader nell’assicurazione del credito e nella gestione del rischio commerciale, il 2024 ha segnato un ritorno alla crescita economica per i Paesi dell’Europa centro-orientale, ma questa ripresa non si è tradotta in una maggiore solidità per il tessuto imprenditoriale.
Donald Trump ha scelto ancora una volta il Medio Oriente per il suo primo tour presidenziale, bypassando alleati tradizionali come Europa e Canada, in una mossa che parla chiaro: il Golfo è oggi il fulcro della strategia economica americana.
Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro, segnando una variazione minima del -0,4% rispetto all’anno precedente, secondo il rapporto “Export Italiano, i rischi e le opportunità” di Coface.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha superato ogni precedente, con dazi reciproci oltre il 100% che rischiano di bloccare gli scambi tra le due economie più grandi del mondo, sottolinea un report di Coface.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto un nuovo picco di tensione, mettendo a rischio una delle arterie vitali del commercio mondiale.
Allianz Trade e Coface stanno intensificando il monitoraggio sui rischi per aiutare le aziende esportatrici francesi a navigare nella turbolenta guerra commerciale scatenata da Trump, riferisce il quotidiano economico Les Échos.