
L’economia francese beneficia ancora di una tendenza positiva, malgrado il secondo trimestre abbia risentito di shock esterni. Le inondazioni nell’Ile-de-France hanno provocato subito un rallentamento dell’attività nella regione. Tuttavia, secondo un report realizzato da Coface, questa catastrofe implica una rapida ripresa con il rilancio dell’occupazione, soprattutto nel settore delle costruzioni, in cui si susseguono gli ordinativi per la ricostruzione.
Anche gli scioperi nelle raffinerie hanno un doppio effetto: caos sul momento ma benefico a medio termine in quanto le raffinerie devono ripristinare le scorte su vasta scala al fine di evitare nuovamente una situazione di carenza. Inoltre, le incertezze politiche in Europa alimentano la volatilità sui mercati. Infatti, il disordine politico in Spagna, il prossimo referendum in Italia che minaccia il governo Renzi e la Brexit, fanno dei tre grandi partner commerciali della Francia, fonti di rischio politico destabilizzanti per i mercati. Queste considerazioni rafforzano l’idea secondo cui, nel prossimo trimestre, in Francia la crescita farà principalmente affidamento sul dinamismo interno e autoalimentato. Questa tendenza favorevole è sostenuta dal calo della disoccupazione (in ribasso del 10% secondo l’Insee e confermata a livello internazionale dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro). I consumi privati sono in netto aumento, nonostante una diminuzione del tasso di ricettività nell’industria alberghiera e più in generale un rallentamento dei servizi commerciali.
Le insolvenze continuano a diminuire, malgrado una pausa nel secondo trimestre.
La Francia è l’unico grande paese europeo in cui il livello di indebitamento delle imprese è in aumento (+14,8 punti percentuali tra il 2008 e il 2016), ma comunque ancora sotto la soglia critica del 90% (68,7% del PIL).