
Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea si apre ora un periodo di transizione, che durerà fino alla fine dell’anno, per consentire alle due parti di trovare un accordo commerciale che possa regolare i loro rapporti in futuro. E le società britanniche del settore finanziario, assicurazioni comprese, devono essere pronte a tutto. Anche all’eventualità che non venga raggiunto nessun accordo.
“Le società devono essere preparate a una grande quantità di scenari che possono materializzarsi da qui alla fine del 2020”, ha affermato Nausicaa Delfas, executive director of international della Financial Conduct Authority (Fca), l’autorità di vigilanza del Regno Unito. La speranza è che banche e assicurazioni britanniche possano avere accesso al mercato europeo grazie al principio del cosiddetto equivalence system, con cui Bruxelles apre le porte a quei Paesi che possono vantare un regime regolamentare simile a quello europeo. Ma la partita è tutta da giocare.
Secondo Moody’s non dovrebbero esserci problemi sul buon esito della negoziazione di un accordo entro la fine dell’anno sull’interscambio dei beni. Tuttavia, gli esperti di Moody’s nutrono qualche dubbio sul raggiungimento di una intesa che riguardi anche l’area dei servizi. Secondo l’agenzia di rating, le conseguenze di questo scenario saranno “fondamentali economici per il Regno Unito strutturalmente più deboli. Il periodo di transizione che dura fino a dicembre risulterà con ogni probabilità in un rapporto meno stretto fra Gran Bretagna e Ue che indebolirà strutturalmente l’economia britannica - ha detto Colin Ellis, Moody's Managing Director, Credit Strategy e co-autrice del report. “Le più deboli condizioni macreconomiche derivanti da un passaggio a un accordo di libero scambio avranno effetti negativi indiretti sul profilo di credito sovrano del Regno Unito e sulle emittenti correlate così come su assicurazioni, porti e banche”. In linea di principio, un accordo di libero scambio potrebbe permettere, seocndo Moody’s, un accordo libero da quote e tariffe per lo scambio di beni con un allineamento normativo sufficiente fra Ue e Gran Bretagna.
Tuttavia per Moody’s questo avrebbe comunque un effetto negativo sui termini del commercio fra le due aree perchè le barriere non tariffarie derivanti dai nuovi accordi doganali e dall’implementazione di standard e norme differenti avrebbe un effetto sempre più dirompente man mano che gli standard vanno divergendo. La prospettiva di un periodo di transizione che giunga a termine alla fine dell'anno senza che le parti in causa abbiano raggiunto un accordo per una nuova relazione, ovvero la cosiddetta uscita no-deal, non rappresenta lo scenario base di Moody's ma rimane una possibilità realistica.