
Durante la lettura della relazione con le considerazioni sull’attività annuale svolta dall’Istituto, il presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini ha parlato del futuro riassetto dell’Istituto di vigilanza del settore assicurativo: “Dal 2013 l’Ivass è strettamente collegato alla Banca d’Italia nella struttura direzionale e nel coordinamento delle attività. È stata razionalizzata l’operatività (amministrazione, gestione delle risorse, tecnologia), conseguita una maggiore efficienza, sviluppata una cultura di supervisione condivisa. Di recente sono state ricondotte a una gestione coordinata le funzioni di comunicazione. È venuto ora il momento di fare un altro passo avanti in termini istituzionali. D’intesa con la Banca d’Italia, è stato proposto al Governo un articolato progetto che vedrebbe l’Ivass trasformarsi in ente strumentale della Banca, con un’ancora maggiore razionalizzazione dell’operatività, una piena condivisione delle funzioni di supporto e una graduale integrazione del personale, anche sull’esempio dell’assetto esistente in altri Paesi europei” Signorini ha quindi sottolineato che: “Abbiamo trovato, ci pare, orecchie attente; attendiamo ora le riflessioni politiche, così come, se si vorrà procedere, il necessario parere della Banca centrale europea”.
Per quanto riguarda lo stato di salute del mercato assicurativo il presidente dell’Ivass ha detto che “la situazione patrimoniale delle compagnie è solida. Nel corso del 2021 nessuna impresa è scesa sotto la soglia del 100% e solo in rari casi sono stati osservati indici inferiori a 130”.
Le tensioni di mercato non hanno avuto ampi effetti sull’indice di solvibilità, ha precisato Signorini: “Alla fine di maggio l’indice medio si collocava al 234% e nessuna impresa era scesa sotto il 100%. Tenuto conto della situazione, Ivass sta mantenendo il monitoraggio degli indici di solvibilità stabilito durante la pandemia e ha chiesto alle compagnie e ai gruppi di continuare a fornire aggiornamenti mensili”.
Nel 2021 il Roe è stato del 9% circa, in flessione rispetto al 2020, soprattutto per la contrazione della redditività del ramo danni, che nel 2020 aveva beneficiato della riduzione dei sinistri automobilistici. La raccolta premi è cresciuta di circa 4 punti percentuali, tornando sui livelli pre-pandemici (nel ramo vita, che è cresciuto del 4,5%, la raccolta è stata trainata dai contratti unit linked, aumentati del 34,5%, in cui il rischio di investimento è sopportato dagli assicurati; in calo del 5,1% invece i prodotti tradizionali del ramo I; la raccolta del ramo danni è cresciuta dell’1,9% essenzialmente per le assicurazioni diverse dalla Rc Auto.
“La marcata crescita dell’inflazione sta generando un netto rialzo dei costi del comparto danni per l’incremento degli oneri per sinistri”, ha osservato Signorini. “Soffre soprattutto il ramo Rc Auto, che in termini di premi rappresenta il 34% dello stesso comparto”.
Sulla revisione di Solvency: per Signorini c’è un problema concettuale nell’impianto della direttiva, che per un verso applica la valutazione al mercato delle poste di bilancio, che determina forte instabilità, e per altro verso riconosce che è necessario correggere questa variabilità. “Il volatility adjustment è un meccanismo complesso, opaco e poco efficace; negli ultimi mesi, con lo spread sovrano dell’Italia passato da 150 a oltre 250 punti base e poi di nuovo a meno di 200, la componente “nazionale” non si è mai attivata. Ivass ha chiesto di rendere l’attivazione della componente nazionale più tempestiva e graduale; il 17 giugno, il
Consiglio ha raggiunto un compromesso che include la modifica proposta. La parola passa ora al Parlamento”.
Per quanto riguarda la sottoassicurazione, l’indagine Invind condotta da Bankitalia è stata estesa per comprendere il divario tra piccole e grandi imprese nella propensione ad assicurarsi. Tra le imprese piccole e medie, hanno ampia diffusione solo le tradizionali coperture dei danni per incendio e furto e della responsabilità civile verso terzi e dipendenti. Più ampia è la diffusione delle coperture assicurative tra le imprese maggiori, specie per i rischi informatici (39 per cento per le imprese sopra i 200 addetti, 18 sotto i 50), per credito e cauzione (55 contro 34) e per i rischi naturali e climatici (89 contro 73). Da quanto emerso dall’indagine, gli imprenditori percepiscono i premi elevati rispetto al danno atteso (56 per cento delle risposte) e stigmatizzano l’assenza di informazioni adeguate sui contratti (38). Nel complesso, la bassa diffusione di coperture assicurative dipende sia dalla domanda (percezione del rischio, sottovalutazione da parte dell’imprenditore) sia dall’offerta (mancanza di informazione e chiarezza da parte delle compagnie) e fornisce indizi sui motivi della difficoltà delle parti di accordarsi su un prezzo “giusto”.
“Queste evidenze – ha spiegato Signorini - indicano anche che ci sono margini di sviluppo sul mercato assicurativo italiano sia per l’offerta di nuovi prodotti che per il soddisfacimento dei bisogni assicurativi. Ivass farà la sua parte per lo sviluppo di una cultura assicurativa che renda i clienti più consapevoli, ma sulla chiarezza e sulla trasparenza dell’informazione le imprese di assicurazione devono fare la loro parte, anche nel proprio interesse.
Ivass intende ricorrere anche a strumenti di intelligenza artificiale per la lettura dei contratti e la valutazione della loro complessità, nonché per attuare un servizio di raccolta delle caratteristiche e delle clausole di un’ampia parte dei contratti danni diversi da Rc Auto. Non si vuole costruire macchine algoritmiche da sanzione, ma usare la tecnologia per affinare le norme; per applicarle come devono essere applicate; per mettere in pratica la “semplificazione”. Ivass ha incontrato le principali associazioni di categoria di intermediari assicurativi e bancari, imprese e consumatori, per raccoglierne le istanze di semplificazione regolamentare e risolvere dubbi interpretativi nell’applicazione delle norme attuative della Direttiva europea sulla distribuzione assicurativa. Sono state emanate delle FAQ a fine 2021. Si continuerà a riflettere su ulteriori razionalizzazioni e semplificazioni normative”.