Catastrofi
Le perdite legate ai recenti uragani che hanno spazzato gli Stati Uniti e il terremoto che ha scosso il Messico, avranno un effetto collaterale sui prezzi applicati dagli assicuratori sul mercato londinese, secondo un report di Fitch Ratings.
L’uragano di categoria 5 Irma ha provocato la morte di almeno 9 persone e causato grandi danni nel suo primo passaggio sui Caraibi. L’area maggiormente colpita è l’isola di Barbuda, la seconda più grande di Antigua e Barbuda, e sul territorio francese di Saint Martin. Irma si sta spostando verso nord-ovest e dopo il passaggio su Porto Rico, ha messo nel mirino la Florida.
La catastrofe naturale più grave al mondo dal punto di vista economico della prima metà dell’anno si è verificata in Cina, dove dalla metà giugno si sono verificate diverse inondazioni del fiume Yangtze che hanno distrutto o lesionato almeno 410.000 edifici, messo fuori uso diverse infrastrutture e distrutto gran parte delle coltivazioni dell’area.
Swiss Re ha chiuso il primo trimestre dell’anno registrando un calo dell’utile netto del 47% a 656 milioni di euro.
Ormai è una tradizione di questo Paese. Sull’onda dell’emotività susseguente a una calamità naturale come un terremoto, si torna a parlare di assicurazione obbligatoria per i rischi catastrofali, salvo poi rimettere tutto nel cassetto una volta tornati alla normalità. È successo anche questa volta, in occasione del terremoto che ha scosso il Centro Italia, sono tornati a parlarne l’ANIA, l’AIBA, oltre a qualche esponente politico.
Equinix, Inc. (Nasdaq: EQIX), azienda del settore delle interconnessioni globali e dei data center, annuncia la collaborazione con Lloyd’s e Lloyd’s Market Association (LMA) per migliorare una piattaforma sulla modellazione del rischio catastrofi che potrebbe cambiare profondamente il settore assicurativo.
Le catastrofi naturali sono state 346 nel 2015. Hanno interessato 98 milioni di persone, provocato 22.773 morti (in forte crescita rispetto alle 6.434 vittime del 2014) e danni per circa 66,5 miliardi di dollari.
Risk Management Solutions, società di analisi e consulenza americana, ha diffuso uno studio sul quadro mondiale dei rischi economici legati alle catastrofi naturali, in cui ha sottolineato come il commercio marittimo e le attività portuali sono tra i settori più esposti alla probabilità di subire gravi danni.
Il governo della provincia cinese di Heilongjiang ha avviato una collaborazione con Swiss Re e la Sunlight Agriculture Mutual Insurance Company per il lancio di un programma di assicurazioni parametriche contro il rischio di disastri naturali nell’area nord-orientale del paese.
Il rischio di pandemie è uno dei più recenti campi di applicazione dell’insurance, insieme alle minacce terroristiche e ai cyber-attacchi. Negli ultimi anni infatti si è assistito a continue emergenze sanitarie causate dalla diffusione di malattie ad alto tasso di contagio, che hanno causato migliaia di morti in diverse aree del mondo. Zika è solo l’ultima di una lunga serie.
Le inondazioni che il 3 ottobre 2015 colpirono La Costa Azzurra provocando la morte di 20 persone sono complessivamente costate agli assicuratori circa 605 milioni di euro, secondo quanto ha recentemente affermato Bernard Spitz, presidente dell’associazione francese degli assicuratori.
La serie di terremoti che in questo mese ha colpito il Giappone non dovrebbe avere conseguenze significative sulla solidità finanziaria degli assicuratori danni del Paese. È quanto si rileva da una prima analisi della situazione effettuata dall’agenzia internazionale Fitch Ratings.
I disastri naturali e quelli causati dall’uomo sono costati 81,2 miliardi di euro nel 2015, in calo rispetto ai 99,8 miliardi del 2014. Questo almeno è l’ammontare dei danni calcolato da Swiss Re.
Le tempeste invernali che hanno caratterizzato il mese di gennaio portando nevicate straordinarie, venti fortissimi e inondazioni costeranno all’economia globale circa 4 miliardi di dollari.
I broker inglesi vanno in soccorso agli assicuratori e mettono a punto modelli dedicati ai rischi delle catastrofi naturali, nonostante si tratti di un’attività sempre più difficile a causa dei cambiamenti climatici che stanno provocando un crescente numero di inondazioni in tutto il mondo, e che oltretutto diventano sempre più distruttive.