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Coface: l’economia italiana stenta a decollare

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Mercoledì, 10 Settembre, 2025 - 10:26
Autore: Gillespie

Nonostante alcuni dati sull'occupazione e sui conti pubblici possano suggerire un quadro roseo, l'economia italiana continua a navigare in acque agitate, faticando a prendere il volo. La ripresa post-pandemica si mostra fragile, come confermato dalla contrazione del PIL dello 0,1% nel secondo trimestre del 2025, il primo calo in due anni.

È quanto emerge dall’ultimo report di Coface che ricorda come il nostro paese abbia impiegato ben sedici anni, fino alla fine del 2024, per tornare ai livelli di PIL precedenti la crisi del 2008, a dimostrazione delle sue persistenti debolezze strutturali. 

Secondo gli esperti di Coface, le cause di questa frenata sono da ricercarsi principalmente nel rallentamento della domanda estera, influenzata dalla fragilità dei partner commerciali e dalle incertezze geopolitiche, e nella stagnazione dei consumi interni, con le famiglie che rimangono caute a causa della scarsa fiducia e di un potere d'acquisto che non decolla. 

L'unico vero motore di crescita si rivelano gli investimenti, in particolare quelli sostenuti dai fondi europei del piano Next Generation EU. 

L'Italia, primo beneficiario in termini assoluti, ha già ricevuto ben 122 miliardi di euro, superando di gran lunga la media europea, e si spera che tali risorse, destinate a riforme e settori strategici, possano generare un effetto moltiplicatore stabile e duraturo. Sul fronte del lavoro, i dati appaiono positivi con il tasso di disoccupazione che ha toccato il 6% e quello di occupazione al 62,8%, ma un'analisi più approfondita rivela una realtà più complessa: la creazione di posti si concentra in settori a bassa produttività, con un conseguente calo della produttività pro capite, alimentando così il circolo vizioso che limita la crescita.Allo stesso modo, i conti pubblici hanno mostrato un miglioramento, con il disavanzo dimezzato nel 2024, il che ha rassicurato i mercati, ma il debito resta alto e i margini di manovra fiscale sono limitati.

La situazione attuale è stata ben sintetizzata da Laurine Pividal, Southern Europe economist di Coface, che ha commentato: “L’Italia è stata protagonista della ripresa post-pandemia in Europa, ma la sua economia sta tornando alle vecchie abitudini: la domanda interna ristagna, il commercio estero è sotto pressione e il Paese fatica a trasformare lo slancio temporaneo in crescita sostenibile”.

Anche Pietro Vargiu, Country manager di Coface Italia, ha confermato questa analisi, affermando che “l’andamento dell’economia italiana mostra come, al di là di alcuni indicatori favorevoli, persistano fragilità profonde che limitano il potenziale di crescita. La contrazione del PIL nel secondo trimestre, il rallentamento delle esportazioni e una produttività in declino segnalano che il Paese non ha ancora sciolto i nodi strutturali che lo accompagnano da anni”.

Tag: 
Coface

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