
Nel tentativo di incrementare i propri rendimenti il gruppo assicurativo britannico Aviva ha deciso di investire 10 miliardi di sterline in infrastrutture di tutto il mondo nell’arco de i prossimi 5 anni.
Lo ha anticipato Mark Wilson, chief executive officer del Gruppo, nel corso di un’intervista al Financial Times, ricordando comunque che si dovrà tenere conto delle regolamentazioni che potrebbero anche ostacolare il piano, visto i vincoli per rendere più sicuri gli investimenti in infrastrutture. “L’Europa e il Regno Unito hanno bisogno di infrastrutture e i rispettivi governi, così come i regulator, devono tenerne conto e non ostacolare chi, come noi, è disposto a investire”.
Per fare un esempio concreto, Wilson ha detto che una società con sede in Canada ha investito 100 milioni di sterline in un parco eolico. Per farlo ha avuto solamente bisogno un extra capitale di 3 milioni. Dall’altro lato, una società europea o britannica, per effettuare un analogo investimento avrebbe bisogno di un supplemento di capitale dai 10 ai 12 milioni di sterline. “Una cosa che non ha senso”, ha commentato Wilson che ha aggiunto: “Solvency II penalizza gli investimenti a lungo termine, come finanziare le nuove infrastrutture. Non credo sia una cosa accettabile, e tantomeno sostenibile”.
Per gli assicuratori il settore delle infrastrutture (strade, scuole, impianti energetici, ospedali, ecc.) rappresenta una forma di investimento sempre più ricercata, una soluzione alternativa al basso rendimento dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie.