Nel maggio del 2011 una donna si ruppe il femore cadendo nel giardino di casa. Trasportata all’ospedale di Riccione venne sottoposta a un intervento che però ha peggiorato la situazione. In pratica, dopo l’operazione il chiodo non avrebbe tenuto e nonostante una successiva operazione la donna non è più riuscita a camminare bene come faceva prima della caduta in giardino.
Secondo la ricostruzione del Corriere di Romagna, nel dicembre del 2018 l’azienda sanitaria è stata condannata dal tribunale di Rimini, con sentenza definitiva, a pagare un risarcimento di 120 mila euro.
Ma qui sono nati nuovi problemi per la donna che al momento di incassare la somma stabilita dalla sentenza definitiva ha scoperto che all’epoca del suo primo intervento l’Ausl della Romagna era assicurata con una compagnia assicurativa rumena che non può più operare in Italia e che ha grosse difficoltà a liquidare i danneggiati.
La donna che oggi ha 88 anni ha ricevuto la proposta di una rateizzazione del risarcimento. Una soluzione che, vista l’età avanzata, non ha certo incassato l’approvazione di figli e del legale della donna, secondo il quale, deve essere l’Ausl a provvedere alla liquidazione per poi rivalersi sull’assicurazione rumena che - fa notare l’avvocato - ha un capitale sociale di soli 20mila euro.
Non si tratterebbe peraltro di un caso isolato, visto che diversi cittadini romagnoli sarebbero ancora in attesa di ottenere rimborsi, anche di importi elevati.
L’azienda sanitaria ha da parte sua confermato che, come molte altre aziende sanitarie italiane, si era allora affidata alla compagnia rumena che aveva regolarmente vinto una gara a evidenza pubblica. Compagnia che peraltro starebbe comunque provvedendo a liquidare, seppure lentamente, i sinistri risalenti all’epoca di validità del contratto.