
Dopo nove trimestri di attesa si intravedono segnali positivi per le piccole imprese italiane. Secondo i rilevamenti periodici di Unioncamere nel primo trimestre del 2014 sono tornati in positivo i dati relativi alla produzione e al fatturato dell’industria manifatturiera italiana, in rosso dal dicembre del 2011: +1,2% la produzione e +1,4% il fatturato.
L’aspetto realmente positivo è quello legato ai risultati delle imprese con meno di 49 dipendenti, sopravvissute alla fase più acuta della crisi che, al pareggio della produzione, uniscono un lievissimo incremento del fatturato (+0,2%) e un +4,1% delle esportazioni che è in linea con il dato medio del settore (+4,8%). Rimane acceso l’allarme per le imprese del Centro-Sud, che non riescono ancora ad agganciare la ripresa.
Il dato positivo della produzione del settore manifatturiero nel I trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oltre ad essere effetto della sostanziale stabilità delle imprese fino a 49 dipendenti e del risultato di crescita di quelle di taglia superiore (+2,5%), nasce dal buon andamento di quasi tutti i settori, a cominciare dalle industrie meccaniche (+2,9%) e chimiche (+2,6%). Di poco sotto lo zero le Altre industrie (-0,2%) e il settore del legno (-0,1%). Industrie meccaniche (+3,4%) e chimiche (+3,3%) trainano anche la dinamica del fatturato, che mette a segno un buon +2,7% per le imprese con oltre 50 dipendenti ma anche un più modesto, ma significativo per l’inversione di segno, +0,2% per quelle di taglia più piccola. Entrambi gli indicatori restano sotto la soglia del meno, tuttavia, nelle regioni del Centro (-1,5% e -0,7% per produzione e fatturato) e del Mezzogiorno (-0,8% e -1,2%). Proseguono con successo le vendite all’estero della nostra manifattura. Al dato di sintesi del +4,8% hanno contribuito fattivamente le due classi dimensionali (+4,1% per imprese fino a 49 dipendenti, +5,2% quelle oltre i 50) e tutti i settori economici (+6,0% addirittura per le industrie dei metalli, +5,9% quelle chimiche, +5,6% le alimentari), l’artigianato (+4,0%) e tutte le macroripartizioni, tra le quali eccelle il Nord Ovest (+6,2%) mentre il Mezzogiorno (+1,6%) appare assai più lento.
Sebbene i due terzi degli imprenditori si schieri a favore di una sostanziale stabilità riguardo all’andamento della produzione e del fatturato nel II trimestre dell’anno, cominciano ad ingrossarsi le fila di quanti ritengono che la situazione sia destinata a migliorare nel breve termine: ammonta infatti a +15 punti percentuali la differenza tra attese di incremento e di riduzione della produzione e del fatturato e a +29 quella relativa agli ordinativi esteri. Le attese migliori coinvolgono soprattutto – ma non solo - le imprese con oltre 50 dipendenti, e appaiono più consistenti tra le imprese del Mezzogiorno.