
Non smette di far parlare la app anticontagio Immuni. Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, lancia l’allarme colonizzazione nel corso di “24 Mattino” su Radio24. “Già nella relazione annuale presentata dell’allora governo Gentiloni era evidente come vi fosse una regia straniera nell’opera di colonizzazione predatoria in atto nei confronti di imprese italiane che operano in alcuni settori strategici”.
Urso ha spiegato che il Comitato “aveva già attuato un’indagine conoscitiva sul settore delle telecomunicazioni nella presidenza Guerrini nel 2018, conclusa lo scorso anno e in cui nel settore delle telecomunicazioni, e quindi 5G e app Immuni, noi evidenziavamo come non fosse possibile consegnare l’infrastruttura delle telecomunicazioni alle aziende cinesi perchè operano con un sistema di potere che, di fatto, le obbliga a diventare esse stesse strumento, ove richiesto, dei servizi segreti cinesi, e quindi proteggere i nostri dati, di imprese e cittadini, da possibili incursioni malevole”.
Urso ha aggiunto che “ora l’indagine riguarda il settore bancario e assicurativo, indagine ora ancora più necessaria perchè il Paese si è ulteriormente indebolito, e quindi oggi è possibile che accada quello che già temevamo prima, cioè di azioni predatorie di shopping di quelli che sono gli asset strategici del Paese, a cominciare da banche e assicurazioni”.
Urso ha aggiunto che “Nel recente provvedimento del Governo sul rafforzamento della golden power che personalmente ho sollecitato ripetutamente e con me l’intero Copasir, si prevede in via emergenziale che la golden power oltre che essere estesa ai settori bancari e assicurativi e alla filiera alimentare e sanitaria, riguardasse anche soggetti dell’Ue che possono approfittare della debolezza delle imprese italiane per appropriarsene”. Urso ha sottolineato, in particolare, che “come emerge dalle relazioni pubbliche è evidente a tutti che già alcuni Paesi e le loro aziende hanno approfittato della recessione del 2008 per appropriarsi di settori strategici del nostro Paese e persino la Commissione europea con le linee guida su gli investimenti esteri ha consigliato agli Stati dell’Unione Europea di elevare gli scudi, la goldenpower anche nei confronti di aziende intraeuropee”.