
"La transizione dall’Isvap all’Ivass può dirsi compiuta. L’Ivass opera a pieno regime con una struttura di governo del tutto nuova, con una organizzazione e metodi di lavoro largamente rinnovati. Il cambiamento tuttavia non si arresta e oggi l’Istituto è chiamato ad affrontare tre questioni: l’azione di vigilanza, dalle regole alla supervisione; la vexata quaestio della Rc Auto; l’organizzazione dello stesso Istituto”.
È quanto ha detto il presidente dell’Ivass Salvatore Rossi nel corso dell’assemblea annuale dell’autorità di vigilanza sul settore assicurativo.
Per quanto riguarda l’andamento del mercato Salvatore Rossi ha comunicato che nel 2013 le assicurazioni hanno generato utili superiori ai 5 miliardi di euro. Una cifra in linea con il risultato del 2012 dopo le perdite di 4 miliardi dei due anni precedenti. Il mercato italiano è cresciuto lo scorso anno del 13%. A trainare la crescita è stato il ramo Vita, che è balzato del 22%, mentre prosegue la contrazione del ramo Danni (-5%), dove spicca il crollo del ramo Rc Auto (-8%). L’incremento maggiore spetta alle polizze previdenziali (Pip) con un significativo +33%, mentre il comparto Rc Auto ha fatto segnare una contrazione record (-8%) anche a causa del perdurare della crisi.
Sul fronte degli investimenti, la concentrazione maggiore è sui titoli di stato italiani. u investimenti complessivi di 570 miliardi, almeno 270 miliardi riguardano i bond sovrani e 90 miliardi le obbligazioni societarie. La composizione del portafoglio degli investimenti privilegia l’obbligazionario (78%) e in parte l’azionario (12%), mentre ridimensiona il ruolo degli immobili (1,4%) e dei Fondi (2,7%). Pochi gli investimenti alle imprese, soprattutto alle PMI, che restano appannaggio delle banche.
L’Ivass, tenendo conto dei vincoli derivanti dalla necessità di perseguire l’obiettivo della stabilità e dalla evoluzione della disciplina assicurativa nella direzione di Solvency II, è intervenuta per estendere le possibilità di finanziamento dell’economia da parte delle compagnie. L’atteggiamento delle compagnie in materia di investimenti non tradizionali dei loro attivi è stato finora, in generale, molto cauto: gli ampliamenti dei limiti introdotti a gennaio sono stati poco utilizzati. Le assicurazioni hanno l’opportunità di contribuire, con i necessari presidi di stabilità, a far evolvere la struttura finanziaria del Paese verso un assetto più adatto ai tempi che viviamo.