Smart Working
Era difficile da immaginare solo un anno fa quello che sarebbe successo nel 2020, ma ora che stiamo cominciando a fare i conti con l’eredità lasciata dalla pandemia ci accorgiamo, ad esempio, che è cambiato il nostro modo di vivere e lavorare, forse per sempre e con il procrastinarsi del distanziamento sociale, i costi sono sempre più consistenti.
Una larga maggioranza di cittadini americani che ha iniziato a lavorare in smart working a causa della pandemia non è per nulla preoccupata dagli attacchi cyber, anche se il rischio è decisamente superiore rispetto al lavoro in ufficio. E’ quanto afferma un report di Chubb che ha voluto esaminare come gli americani hanno trasformato le proprie case in postazioni di lavoro durante il lockdown. Oltre 1.200 i cittadini di età compresa tra 20 e 65 anni coinvolti nello studio.
La pandemia da Covid-19 ha rivoluzionato le nostre vite, e anche il nostro modo di lavorare: lo smart working è diventato la "nuova normalità" per milioni di persone in tutto il mondo. Lavorando da casa, però, siamo diventati più vulnerabili ai rischi informatici: questo cambiamento repentino, a cui molte aziende non erano preparate, ha infatti creato un perfetto scenario d’azione per le minacce del cyber crime. Mai come ora è quindi essenziale per gli utenti prestare la massima attenzione, mentre le aziende non possono prescindere dal dotarsi di una valida copertura assicurativa contro il rischio informatico.
La pandemia di Covid-19 ha avuto un forte impatto su tutti gli aspetti della quotidianità, introducendo profondi cambiamenti nel contesto professionale, organizzativo e sociale che non si limiteranno al breve periodo. Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager, e Aon, hanno analizzato come è cambiata la vita lavorativa degli italiani nella ricerca “Lo smart working in Italia, tra gestione dell’emergenza e scenari futuri”.
Abilitatori del cambiamento: questo il nuovo ruolo dei manager che in questo periodo guidano le Aziende in Italia. Lo stato di emergenza ha accelerato quei processi legati allo smart working che la Digital Trasformation aveva iniziato ad innescare, i cambiamenti a cui abbiamo assistito non si limitano unicamente a modificare i processi legati alla parte più operativa del lavoro ma hanno importanti ripercussioni anche sugli aspetti interpersonali. Si modificano i processi ma si modifica anche l’approccio al lavoro.
GFK, la principale società di ricerche di mercato operante nel settore dell’elettronica, ha avviato lo scorso mese di febbraio un monitoraggio settimanale per analizzare gli effetti del Coronavirus sui mercati, i consumatori e i media.
Moltissimi italiani hanno dovuto cambiare il proprio stile di vita e lo stesso modo di lavorare sull’onda dei provvedimenti presi per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Prosegue il piano di assunzioni di Prima Assicurazioni e, in un momento difficile per il Paese, la società contribuisce a sostenere l'economia. Entro maggio la tech company che opera come agenzia assicurativa specializzata in polizze auto, moto e furgoni, integra nella propria sede di Milano altri 20 nuovi talenti, portando il totale dei suoi dipendenti a oltre 200 unità.
Assimoco, prolunga fino al 6 di aprile lo smart working iniziato il 24 febbraio scorso per le oltre 400 persone di Assimoco e per tutti i Centri liquidazione sinistri in Italia, e mette a disposizione un servizio di Sportello psicologico individuale, Sessioni di training autogeno, incontri tematici con uno psicologo e psicoterapeuta.
Oltre 250 testimonianze raccolte dall’agenzia di stampa Dire fanno percepire chiaramente che lo smart working, utilizzato da gran parte degli italiani in quarantena, è altamente apprezzato.
Al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei propri collaboratori e dipendenti, UCA, In ottemperanza ai decreti in vigore, ha deciso di consentire a tutti di lavorare in modalità remota.
Una cosa è certa: rispetto al tema della sostenibilità delle imprese, il coronavirus ha pienamente legittimato le pratiche aziendali di smart working.
Assimoco ha deciso di supportare gli oltre 400 dipendenti e i suoi consulenti nel fronteggiare l’emergenza coronavirus, sia attraverso lo smart working, modalità di lavoro già diffusa a tutto il personale, sia con una serie di suggerimenti atti a tutelare la salute in un momento di particolare emergenza dovuto all’allarme coronavirus.
Aon, primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa, ha adottato - in via precauzionale - lo smart working per la settimana in corso per tutti gli oltre 1.600 dipendenti in Italia dislocati nelle sue 27 sedi.
Il contest Smart Working Award ha premiato Reale Mutua per il progetto “Be Smart”. Questo award è un’iniziativa dell’Osservatorio del Politecnico di Milano che ha lo scopo di sostenere la cultura dell'innovazione in ambito Smart Working e di condividere le esperienze di successo.