
Generali va ad arricchire la lunga schiera dei grandi gruppi internazionali in uscita dalla Russia. Dopo le sanzioni, i blocchi agli oligarchi russi, il mondo dello sport che ha annunciato lo spostamento della finale di Champion’s League da San Pietroburgo a Parigi e lo stop al GP di Formula Uno, i grandi brand internazionali stanno abbandonando il mercato russo.
Da Ikea che ha sospeso produzione, vendita, import ed export, a H&M, che ha annunciato la sospensione “temporanea” delle vendite nel Paese, a Google e Youtube hanno sospeso la vendita di spazi pubblicitari, fino a Airnbnb, mentre Apple e Nike hanno stoppato il commercio online in territorio russo. Anche il mondo dell’hi-tech, dell’intrattenimento, della moda e il settore petrolifero stanno girando le spalle a Putin, così come le case automobilistiche (Volkswagen, Honda, Toyota e Mazda).
Alla lunga lista si è aggiunta ora anche Generali che ha comunicato di aver deciso la chiusura della sede di rappresentanza di Mosca, delle attività di Europ Assistance e il ritiro dei rappresentanti dal board di Ingosstrakh, di cui detiene una quota di minoranza del 38,5%. Generali, pertanto, spiega in una nota “non ha alcuna influenza sulla sua attività”.
Per quanto riguarda gli investimenti finanziari e il business assicurativo, la compagnia del Leone ha spiegato che “sta valutando costantemente la propria marginale esposizione sul mercato russo ed è conforme al rispetto di tutte le sanzioni che potrebbero essere applicate”.
Generali ha inoltre deciso di donare 3 milioni di euro per supportare i programmi a favore dei rifugiati, inclusa una donazione all’UNHCR, attualmente impegnata in prima linea sul fronte umanitario in Ucraina. È stata attivata inoltre una campagna di raccolta fondi da parte dei dipendenti di Generali, alle cui donazioni la Compagnia corrisponderà una somma di pari importo. Il ricavato sarà devoluto all’UNICEF per sostenere le sue attività a favore delle famiglie colpite.