Coface
Per il sesto anno consecutivo, Coface è stata premiata ai Le Fonti Awards come “Eccellenza dell’anno – Assicurazione del Credito” e a Ernesto De Martinis è andato il riconoscimento “CEO dell’Anno” nel settore per il terzo anno di seguito.
In linea con l’ambizione strategica di crescere in nuovi mercati promettenti, Coface lancia l’offerta di assicurazione dei crediti in Grecia, dopo aver ottenuto la licenza da parte dell’autorità regolamentare greca per operare in qualità di assicuratore del credito.
Coface ha celebrato i 30 anni di attività in Italia presso l’Auditorium della sede milanese della Compagnia.
Un crescente numero di ostacoli, come il rischio politico in aumento, l’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, e vincoli di offerta, hanno innescato un rallentamento della crescita mondiale alla fine del 2018, e proiettano ombre sulle prospettive per il 2019 (3% nel 2019, dopo 3,2% nel 2018 e 2017).
Performance commerciali molto positive per Coface in Italia. La compagnia multinazionale operante nel settore dei crediti commerciali e delle cauzioni, ha infatti chiuso il 2018 con un risultati migliori delle previsioni, nonostante le persistenti difficoltà del contesto economico.
Nel terzo trimestre 2018, dopo due anni di quiete, le imprese francesi hanno assistito a un’inversione di tendenza con un aumento del numero di insolvenze del 2,3% (rispetto allo stesso trimestre del 2017), in linea con il rallentamento della crescita (1,6% nel 2018) e dei consumi.
Quando si tratta di esaminare i rischi a cui l’economia cinese è esposta, gran parte delle discussioni si focalizzano sulle società pubbliche o i grandi conglomerati privati.
Attualmente il numero di misure protezioniste messe in atto nel mondo è 2,5 volte1 più elevato rispetto al 2010. Nella maggior parte delle economie avanzate (Stati Uniti, Europa occidentale, Giappone, Canada, Australia) e in molti dei grandi emergenti (Brasile, Argentina, India), la quota di importazioni colpite dalle misure protezioniste è superiore alla quota di quelle che beneficiano delle misure favorevoli.
Nell’ambito di una partnership strategica, Tradeshift, leader nei pagamenti e marketplace della supply chain, e Coface, l’assicuratore del credito più internazionale, annunciano una nuova applicazione che intende aiutare le imprese della rete Tradeshift a prendere decisioni con fiducia e nella massima trasparenza finanziaria tra acquirenti e fornitori.
Secondo l’Indice di Rischio Politico Coface, con un punteggio pari all’45%, si posiziona al di sopra della media mondiale (35%) nell’ultima classifica di rischio. Tuttavia, il punteggio è più basso rispetto all’Africa Subsahariana, Medio Oriente, Nord Africa, Europa Centrale e America Latina.
In un contesto di crescita economica altamente sincronizzato, in cui le evoluzioni tecnologiche necessitano di un maggiore utilizzo di metalli e della riduzione dell’offerta, da metà 2016 il mercato siderurgico registra una tendenza al rialzo.
Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, nuovamente protagonista ai Le Fonti International Awards 2018, l’annuale premio destinato ai migliori protagonisti del settore professionale, finanziario ed industriale organizzato e promosso da Editrice Le Fonti con il patrocinio della Commissione Europea.
Capire la Rivoluzione Digitale e sfruttarne le potenzialità nella creazione di nuove imprese: questo il tema al centro del dibattito di Imprenditore 4.0: avviare un’impresa nell’era digitale, conferenza formativa organizzata da Coface Italia, Up2Lab – marketing consulting, società di consulenza e studio internazionale, e dal Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente dell’Università degli Studi di Foggia che si è svolta presso l’ateneo pugliese.
Lo scenario mondiale del Rischio Paese e le prospettive della Rivoluzione Digitale, tra nuove opportunità e sfide: questo il tema al centro della Conferenza Rischio Paese 2018 di Coface che ha fatto tappa ieri a Milano presso l’Unicredit Pavilion.
Coface sottolinea il parallelismo tra le strategie di investimento di Cina e Giappone che potrebbe diventare un cattivo auspicio per le imprese giapponesi, nonostante il vantaggio competitivo dei “primi arrivati” in termini di investimenti.