Coface
La prima indagine di Coface sul comportamento di pagamento in Germania, su un campione di più di 850 imprese, rivela che, nonostante la solidità economica del paese, circa l’84% delle imprese sono colpite da ritardi di pagamento da parte dei loro clienti.
Nel 2015 l’economia cinese è cresciuta del 6,9%, il ritmo di sviluppo più lento da 25 anni. Nel 2016 e nel 2017 la crescita continuerà a rallentare, e probabilmente sarà inferiore al target di crescita medio annuo del 6,5% fissato dal governo nel piano quinquennale per il 2016-2020.
In Europa occidentale, la crescita dei consumi privati riflette una ritrovata fiducia delle famiglie e delle imprese. Su questa base, in Europa occidentale, centrale ed orientale, sono stati riclassificati come a basso rischio il settore dell’ICT e dell’automotive.
Nel 2016, i paesi della regione dell’Europa centrale e orientale hanno beneficiato di condizioni economiche favorevoli, contribuendo al miglioramento della situazione delle imprese. Nel 2015 il numero delle insolvenze è diminuito in 9 paesi su 13.
Secondo l’analisi effettuata da Coface, la regione mostra una situazione contrastante, con un peggioramento a due cifre in Ucraina e Lituania, e un miglioramento significativo in Romania e Ungheria. Complessivamente, si prevede un calo delle insolvenze del 5,3% nel 2016.
Nel suo ultimo studio Coface ha presentato un’analisi dettagliata dello scenario economico dell’Africa Subsahariana, sottolineando come l’area presenti grandi opportunità di crescita.
L’economia degli Emirati Arabi è in frenata, secondo l’ultimo report realizzato da Coface, sulle prospettive di crescita del Paese.
In Europa, la ripresa della situazione macroeconomica è stata accompagnata da effetti favorevoli sulle imprese nella maggior parte dei paesi. Nel 2015, si è assistito ad un miglioramento nei quattro paesi del Nord Europa oggetto di studio da parte di Coface: Paesi Bassi (-20,7%), Svezia (-11%), Germania (-4%) e Danimarca (-0,5%). Questa tendenza positiva riguarda la maggior parte dei settori di questi paesi, ad eccezione della Danimarca dove i progressi sono più eterogenei.
Secondo l’ultima revisione trimestrale delle valutazioni rischio Paese realizzata dal gruppo Coface, le prospettive di crescita mondiale annunciate lo scorso marzo sono leggermente peggiorate, facendo pensare che nel 2016, per il sesto anno consecutivo, la crescita sarà inferiore al 3%.
Nuovo, prestigioso riconoscimento per Coface - uno dei leader mondiali nell’Assicurazione dei Crediti - che è stato insignito dei Le Fonti Award 2016 per la categoria Eccellenza dell’Anno nell’Assicurazione dei Crediti.
Si arricchisce con due importanti evoluzioni “Cauzioni online”, l’innovativo web-tool che ha lanciato lo scorso anno per supportare il lavoro degli intermediari.
Non migliora la situazione dei ritardi nei pagamenti nell’area Asia-Pacifico. Secondo un report realizzato da Coface, nel 2015 circa 7 imprese su 10 hanno dovuto affrontare ritardi di pagamento, in seguito alle “difficoltà finanziarie dei clienti” (52%), alla “concorrenza feroce che influisce sui margini” (35,6%) e alla “mancanza di risorse finanziarie” (26,4%).
Il periodo gennaio-aprile 2016 è stato ricco di segnali positivi per l’economia francese. Dal 2014, grazie alla domanda interna, la buona dinamica della crescita (+0,6% nel 1° trimestre 2016 rispetto al 4° trimestre 2015) è sempre più visibile.
Uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti – è stata insignita, anche quest’anno, del prestigioso riconoscimento Insurance & Previdenza Elite, in occasione dei “Milano Finanza Insurance & Previdenza Awards 2016” che si sono tenuti presso le Officine del Volo di Milano.
Secondo la consueta revisione trimestrale delle valutazioni settoriali elaborata da Coface, la crescita mondiale debole (che Coface prevede al 2,7% nel 2016), sotto l’effetto della forte volatilità dei mercati finanziari e dei prezzi ancora bassi del petrolio, pesa sullo stato di salute dei settori analizzati.
Sebbene l’attuale crisi dei paesi emergenti sorprenda per la sua intensità, con la crescita dimezzata in cinque anni e una crescente esposizione al rischio di cambio e all’indebitamento, non si tratta di un fenomeno isolato.