Coface
Si è svolto il primo marzo - presso l’Auditorium della sede milanese di Coface - il convegno “La tecnologia al servizio dell’intermediario assicurativo”, organizzato da InsuranceConnect e SNA.
Coface, tra i leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, e Banca Farmafactoring, il principale operatore in Italia, Spagna e Portogallo nella gestione e smobilizzo dei crediti verso la PA, hanno raggiunto un importante accordo di collaborazione.
Il gruppo assicurativo francese Coface, specializzato nell’assicurazione dei crediti, ha chiuso il 2015 con un risultato netto di 126 milioni di euro (contro i 125 milioni del 2014).
La prudenza si impone nell’evoluzione dei rischi paese nel 2016. In un contesto di crescita mondiale debole, prevista al 2,7% da Coface (dopo un 2,5% nel 2015), si prevede che i rischi emersi nel 2015 persisteranno anche quest’anno. Al primo posto figurano le tensioni politiche nei paesi avanzati e in quelli emergenti.
Le valutazioni settoriale al ribasso effettuate da Coface, uno dei principali player mondiali nell’assicurazione dei crediti, riflette le difficili situazioni che l’industria deve affrontare, la principale delle quali, è il rallentamento delle vendite.
L’economia francese torna a crescere ma con fragilità. Gli economisti stimano un +1,1% nel 2015 e un +1,4% nel 2016.
Si amplia la partnership tra Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, ed il Gruppo BPER: nell’ambito dell’accordo di distribuzione delle polizze di credito già siglato nel 2013, infatti, è stata integrata anche la promozione di EasyLi- ner, la soluzione online - unica sul mercato - per la copertura dai rischi di mancato pagamento.
Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, annuncia il raggiungimento di un nuovo e importante traguardo per valorizzare il proprio Business Model fondato sulla centralità del ruolo dell’Agente e del servizio al Cliente: è stato, infatti, depositato per l’Italia il marchio Agente=Credit Manager.
Sebbene il fotovoltaico rappresenti in Europa solo il 5,3% dei consumi totali di elettricità, il settore ha beneficato di una spinta a livello mondiale in favore di un consumo energetico più “verde”.
Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, ha partecipato alla settima edizione di Bilanci d’Acciaio - il convegno annuale dedicato all’analisi delle performance economico-finanziarie delle aziende operanti nella filiera dell’acciaio in Italia - che si è svolto oggi a Brescia, presso l’Auditorium della Camera di Commercio.
La Cina sta cercando di ritrovare la strada per una crescita più sana e duratura ma non senza conseguenze per la sua economia e quella dei Paesi vicini. Secondo le stime di Coface, la crescita non dovrebbe superare il 6,7% nel 2015 e il 6,2% nel 2016, rispetto al 13,4% nel periodo 2006-2007.
Sebbene la crescita mondiale continui a migliorare, il ritmo non supererà il 3% per il quarto anno consecutivo.
Di fronte all’evolversi dei bisogni delle imprese di medie dimensioni in materia di assicurazione del credito, Coface rimoderna la sua offerta principale, ribattezzandola TradeLiner. La nuova proposta è basata sull’esperienza della prima offerta globale di protezione contro il rischio di mancato pagamento introdotta nel mercato quindici anni fa e sulla volontà di lavorare duramente per aiutare a proteggere le imprese dell’economia reale.
In Europa occidentale le insolvenze d’impresa hanno conosciuto due ondate consecutive. La crisi dei subprime, che ne ha provocato l’aumento dell’11% in media nei dodici Paesi presi in esame, è stata seguita da un secondo shock inatteso con incrementi del +8% nel 2012 e del +5% nel 2013.
I paesi della PECO rappresentano una destinazione per gli investimenti molto apprezzata dalle aziende automobilistiche del mondo intero. Nel 2014, sono stati prodotti nell’Est Europa 3,6 milioni di veicoli, equivalenti al 21% della produzione totale dell’UE. Nei Paesi della PECO analizzati da Coface, sono presenti 33 imprese automobilistiche, la maggior parte nate grazie a flussi di investimenti diretti esteri. Questa analisi mostra che le imprese della PECO restano fortemente dipendenti dalla domanda estera, nonostante la recente buona dinamica delle vendite automobilistiche generata dai clienti locali.