Sanità
La spesa sanitaria del nostro Paese è destinata a una ulteriore crescita nei prossimi anni. Secondo Marco Vecchietti, consigliere delegato di RBM Salute, “dovremo attenderci un incremento di 30 miliardi di euro entro il 2025”.
Sono cambiate le regole e finalmente esiste una disciplina organica, ma per la piena efficacia delle nuove norme sono indispensabili i decreti attuativi anche per sciogliere i numerosi punti cruciali ancora irrisolti.
Secondo le stime dell’ufficio bilancio del Congresso degli Stati Uniti, organismo bipartisan, la riforma sanitaria voluta dal presidente Donald Trump priverebbe di copertura assicurativa oltre 23 milioni di cittadini entro il 2026.
Secondo la Cassazione le assicurazioni stipulate in ambito sanitario non possono essere a tempo determinato, pertanto con la sentenza n. 10506/2017 ha stabilito che l'inserimento nel contratto della clausola claim's made è illegittima perché tende a coprire l'assicurato solo per un periodo ben definito.
Nel mondo della sanità il tema delle assicurazioni per le strutture ospedaliere è quanto di più delicato possa esistere. Parliamo di uno strumento determinante nella gestione e riduzione del rischio clinico, nel risarcimento dei pazienti e nel contenimento della medicina difensiva che, secondo un recente studio del Ministero della Salute, pesa per il 10% della spesa sanitaria complessiva.
In un contesto caratterizzato da grandissima sensibilità per la sicurezza del paziente e con un’evoluzione giurisprudenziale e legislativa sempre più incisiva sotto il profilo del “an e del quantum”, oggi è richiesto un approccio più sofisticato nei confronti del mercato assicurativo e dei processi di gestione del rischio clinico più efficaci.
I Ministri della salute dei paese appartenenti all’’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) hanno invitato gli Stati membri ad adottare un sistema di regole comuni che consenta l’utilizzo e il riutilizzo dei dati sanitari per fini di pubblico interesse nel pieno rispetto della privacy delle persone.
Non si farà la mega fusione tra le assicurazioni mediche americane Aetna e Humana. A bloccarla è stato il giudice federale John Bates, il quale ha definito “anti-concorrenziale” l’accordo concluso fra le due compagnie che avrebbe dovuto portare Humana sotto le bandiere Aetna per un corrispettivo di 37 miliardi di dollari.
Parte il prossimo 07/02/2017 da Rimini il Roadshow promosso e organizzato da Insurance Academy, UA Underwriting Agency Agenzia AmTrust International Underwriters e AmTrust Europe in collaborazione con Responsabilitàsanitaria.it sul tema “ASSICURARE LA SANITÀ - cosa cambia con la legge Gelli – Bianco”.
Gli italiani hanno le tasche sempre più vuote. Questo li spinge ad un atteggiamento prudenziale, se non addirittura rinunciatario, nei confronti di ogni voce di spesa che devono affrontare nella vita quotidiana, spesso soprattutto nei confronti della loro salute, arrivando a trascurarla anche pesantemente.
Considerato che i rigidi parametri di bilancio imposti allo Stato fanno prevedere nuovi tagli alla Sanità, RBM Salute - compagnia di assicurazioni che opera nel comparto salute - ritiene che ci sia bisogno di nuove misure strutturali e una alleanza tra componente pubblica e quella privata, al fine di promuovere il secondo pilastro sanitario.
Nonostante gli importanti investimenti pubblici e privati, negli Stati Uniti gli indici di salute sono sotto la media rispetto ai 12 principali paesi avanzati.
Il rapporto tra sanità e assicurazioni è da sempre alquanto problematico, ma negli ultimi tempi ha toccati i picchi più elevati, con molte aziende sanitarie in difficoltà a reperire una copertura assicurativa adeguata, a prezzi sempre carissimi, senza parlare di quelle che hanno smesso di ricorrere allo strumento assicurativo.
“Aumentano i rischi di non disporre di risorse sufficienti per garantire un tenore di vita adeguato. Ad esempio, già oggi, secondo una recente ricerca del Censis, la spesa privata per la salute ha superato i 34 miliardi, quasi 1.400 euro a famiglia. Soprattutto undici milioni di italiani, due in più rispetto a tre anni fa, hanno dovuto rinviare o rinunciare alle cure. Senza un disegno complessivo di riforma del sistema sanitario che individui le priorità e le maggiori necessità, tali situazioni sono destinate a diventare sempre più comuni”.
La legge sulla responsabilità professionale approvata pochi giorni fa in prima lettura alla Camera segna sicuramente una svolta su una questione, quella del contenzioso medico legale e della medicina difensiva, che negli ultimi anni è stata al centro di polemiche e tensioni.